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Accrescere la bellezza del legno con lacche naturali e sintetiche, vernicette e olio è tra gli aspetti più piacevoli dei lavori di falegnameria. Si possono ricavare grandi soddisfazioni anche tingendo e colorando il legno. La finitura ha anche scopi pratici: proteggere il legno e conservarlo senza segni. Nella scelta della finitura si deve quindi considerare l’uso del pezzo in questione oltre all’aspetto; se, per esempio. è soggetto a forte usura, si scelgono le vernicette o le lacche sintetiche invece della lacca naturale, che essendo più vulnerabile è maggiormente indicata per oggetti in cui la protezione è meno essenziale. Altra considerazione importante è la grana del legno. Sui legni duri a grana uniforme, quali mogano e noce, la lacca naturale dà le finiture più fini. Per contro i legni a grana aperta, come la quercia, hanno aspetto migliore con finiture a olio e a cera che penetrano nelle fibre senza formare strati superficiali appiccicosi. I risultati migliori. con tutte le finiture, si ottengono lavorando sempre in ambienti tiepidi. puliti e ben illuminati.
Prima di applicare la finitura alla superficie, il legno deve essere levigato, pulito e senza macchie. La vernice copre le imperfezioni minori, ma le finiture trasparenti esaltano i difetti eventuali, graffi trasversali alle fibre compresi. La preparazione della superficie è la prima fase della finitura.
STUCCATURA DI FORI E CREPE
Quando si sceglie il legname si deve scartare quello di qualità scadente che mostra crepe. fori e nodi staccati, anche se eccezionalmente può essere necessario accontentarsi. in particolare per essenze rare o di rifornimento difficile. Persino dopo aver scelto con cura. le crepe possono aprirsi in fasi successive e devono essere affrontate prima di applicare la finitura.
Turapori
il turapori è una pasta consistente da applicare prima delle finiture trasparenti e opache per stuccare fori piccoli e crepe sottili. Sebbene i turapori siano reperibili in una gamma di colori che assomigliano alle specie più comuni di legname, la somiglianza difficilmente è perfetta. Tuttavia il colore dei turapori può essere modificato con poche gocce di tintura per legno: i turapori sono a base sia di acqua sia di olio, quindi si controlli sempre di usare tinture a base simile.
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Stucco alla cellulosa
Quando si prevede l’applicazione di finiture opache, si stuccano i difetti con il comune stucco da legno in polvere, mescolato con acqua alla consistenza di una pasta soda, usato come turapori.
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Bastoncini di gommalacca
I bastoncini di gommalacca solidificata sono ideali per riparare le crepe e i piccoli fori dei nodi prima di applicare le finiture di tutti i tipi. Sono reperibili in vari colori tipo legno.
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Bastoncini di cera
I bastoncini per stuccare di cera di carnauba mescolata a resine e pigmenti coloranti si usano per mascherare i piccoli fori dei tarli e le crepe sottili come capelli. E’ consigliabile utilizzarli solo su pezzi da lucidare a cera, dato che molte finiture non asciugano sui fori stuccati a cera. Sono reperibili anche speciali matite di cera per ritoccare i graffi delle superfici lucidate a cera.
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Utilizzo del turapori
Il turapori si preme nel difetto con la spatola flessibile da stucco piccola. come quella usata dagli imbianchini, o con la punta dello scalpello vecchio. Quando è diventato duro, si carteggia a raso della superficie del legno. Se la somiglianza dei colori non è soddisfacente, si ritocca il turapori con pochissimo colore a olio per pittura, usando il pennello fine. Prima di applicare la finitura si lascia asciugare a fondo.
Fusione dei bastoncini di gommalacca
Con la punta riscaldata del saldatore si fonde la gommalacca, facendola gocciolare nel difetto. Mentre è ancora morbida. si immerge la punta dello scalpello nell’acqua e con questa si preme la gommalacca nella crepa o nel nodo. Quando è fredda e dura, la si rasa a filo poi si carteggia con carta abrasiva molto fine.
Stuccatura con bastoncini di cera
Prima di stuccare con la cera, si carteggia la superficie del legno e la si isola con la gommalacca. Con la lama riscaldata del coltello si ammorbidisce la cera e la si preme nelle crepe e nei fori piccoli. Mentre indurisce, si raschia a raso con il coltello. poi si lucida con il retro della carta abrasiva.
RIALZARE LE AMMACCATURE
Quando si ammacca il pezzo in lavorazione, si posa lo straccio umido sulla parte interessata e si applica la punta riscaldata del saldatore. il calore genera vapore, che provoca la dilatazione locale delle fibre del legno facendo sollevare la parte ammaccata a filo della superficie
LEVIGATURA DEL LEGNO
Le levigatrici sollevano i falegnami dalla fatica di levigare le ampie superfici piane, ma per lavori di migliore qualità si deve trattare il legno con almeno una leggera carteggiatura.
Carte abrasive
Nella levigatura del legno e delle finiture una volta asciutte si usa una grande varietà di materiali abrasivi incollati al supporto di carta. Sono detti tutti collettivamente carta abrasiva, anche se il termine in origine è stato usato solo per indicare la carta vetrata.
-Carta vetrata, di colore giallo pallido. Si consuma rapidamente e, sebbene non realmente indicata per i lavori fini, è una scelta economica per carteggiare i legni dolci.
-Carta smeriglio, è prodotta da minerale naturale marrone-rossiccio ridotto in particelle dure con bordi taglienti vivi. La carta smeriglio è una cada abrasiva di buona qualità adatta a legni dolci e duri.
-Carta all’ossido di alluminio, è più dura persino della cada smeriglio. Prodotta in fogli di formato standard per uso a mano è ampiamente usata anche come carta abrasiva per gli attrezzi elettrici. La carta all’ossidò di alluminio è reperibile in vari colori. E’ particolarmente indicata per levigare i legni duri densi.
-Carta al carburo di silicio, colore da grigio scuro a nero. Prodotta da materiale sintetico è utilizzata principalmente nella finitura dei metalli o, con l’acqua come lubrificante, per carteggiare la vernice tra due mani. Detta spesso anche “carta asciutta-bagnata”, si usa senza lubrificante nella levigatura dei legni duri. La carta al carburo di silicio grigio pallido cosparsa con polvere di ossido di zinco che funge da lubrificante è preferibile tra le mani di lacca naturale.
Gradazione delle carte abrasive
Le carte abrasive sono graduate in base alle dimensioni delle particelle abrasive. Possono essere classificate approssimativamente a grana molto grossa. grossa, media, fine e molto fine. Sono graduate anche secondo la scala numerica (più comune da 600 a 50 o, con altro sistema, da 9/0 a 1): più alto il numero più fine la grana. Si usano grane progressivamente più fini in modo che le varie gradazioni rimuovano i graffi lasciati dalle precedenti. Di solito le grane da grosse a fini sono adatte ai lavori generali mentre quelle molto tini per le finiture.
Le carte abrasive sono anche reperibili a grana aperta e a grana chiusa. Le carte a grana chiusa hanno le particelle disposte molto ravvicinate per carteggiare rapidamente, mentre quelle a grana aperta hanno larghi vuoti tra le particelle, che si ostruiscono meno rapidamente e quindi sono più indicate per i legni dolci resinosi.
Carteggiare a mano
Sul bordo del banco di lavoro si strappano i fogli di carta abrasiva in strisce di dimensioni adatte. Si avvolge poi la striscia sul blocchetto di sughero per carteggiare e con questo si levigano i pezzi piani, lavorando lungo le fibre (1). Si faccia attenzione a non oltrepassare inavvertitamente gli spigoli vivi avvicinandosi ai bordi, ma se si desidera addolcire lo spigolo, la linea viva dove si incontrano due superfici, si usa lo stesso blocchetto (2). Per levigare le modanature si avvolge la cada abrasiva sul blocchetto sagomato (3).
Per levigare le superfici curve e per le carteggiature molto leggere, si posa il blocchetto e si preme sulla carta con la punta delle dita (4). Per liberare la carta abrasiva ostruita dalla segatura, si picchietta contro il banco di lavoro.
Quando la superficie appare liscia, si inumidisce il legno con lo straccio umido per sollevare le fibre e si lascia asciugare. La leggera carteggiatura finale rimuove le fibre più fini. Per finire, si rimuove la polvere di legno con lo straccio bagnato con acquaragia oppure si usa lo “straccio impregnato” vero e proprio (straccio impregnato con resine).
Carteggiare di testa
Prima di carteggiare si passa un dito sulla superficie della testa. Si sente più ruvida in una direzione e più liscia nell’altra. Per finiture superiori si carteggia nella direzione più liscia.
STUCCARE I PORI
I pori dei legni a tessitura grossa e a grana aperta quali mogano, noce, quercia e frassino, devono essere sempre stuccati con lo stucco speciale per legno prima di applicare le finiture lucide. Se si salta questa fase, la finitura risulta irregolare.
il sistema migliore consiste nell’applicare mani successive di vernice, facendole penetrare sino a quando i pori sono stuccati. Non è necessario quindi che lo ‘stucco” abbia colore uguale al legno. il procedimento, però, è laborioso, pertanto la maggior parte dei falegnami preferisce utilizzare lo speciale stucco da legno, reperibile sotto forma di pasta fluida colorata. Si usa stucco leggermente più scuro del legno, perché da asciutto ha tonalità più chiara. Il colore dello stucco può essere modificato aggiungendo alla pasta tinture compatibili da legno.
Si passa lo stucco sul legno con movimenti circolari, rimuovendo quello in eccesso con stracci ruvidi, quindi si lascia asciugare tutta la notte prima di carteggiare molto leggermente lungo le fibre con carta abrasiva fine.
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Stuccatura del legno tinto
Se si stucca il legno dopo la tintura, lo stucco asciutto può essere carteggiato solo molto leggermente, altrimenti cambia di colore, e se si tinge dopo la stuccatura, l’assorbimento irregolare può produrre macchie. Il sistema più sicuro è isolare il legno tinto con una mano della finitura trasparente prescelta poi, una volta asciutta, stuccare la grana. In questo modo la mano di isolante protegge il colore durante la carteggiatura.
Uso degli isolanti
Nella preparazione per la finitura dei legni a grana fine e dei pannelli in legno lavorato, invece dello stucco, si usano i comuni isolanti. Si applica l’isolante a pennello e, una volta asciutto, si carteggia con carta abrasiva fine. Si applica un’altra mano poi si passa la superficie asciugata con lana d’acciaio 0000 (extra fine). Alcune vernici non aderiscono bene quando applicate sugli isolanti.
Luca Detti
Luca Detti è un appassionato falegname e artigiano del legno, la cui dedizione per il suo mestiere si manifesta in ogni progetto che intraprende. Luca apprezza profondamente la falegnameria e vede in ogni opportunità un momento per crescere e migliorare. La sua ambizione è quella di eccellere nel suo campo, e la sua sete di conoscenza ed esperienza lo spinge a ampliare costantemente le sue capacità.