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L’impiallacciatura, lavorazione sofisticata che richiede capacità artistiche e abilità manuale. era praticata già nell’antico Egitto. In Europa i mobili impiallacciati raggiunsero l’acme della fantasia e della eleganza nel XVIII secolo e nel secolo successivo si diffusero come sostituti di quelli in massello. Attualmente l’impiallacciatura non è più solo in legno naturale ma anche in lamine di carta a tinta unita e stampate a imitazione del legno, che riescono a simulare persino la grana dei pori. Non sempre, però, i pregi dei piallacci naturali sono valutati giustamente. Alcuni dei legni più attraenti e decorativi sono il risultato della crescita irregolare o anormale e pertanto sarebbero molto costosi sotto forma di massello e anche inadatti a causa della mancanza di stabilità. Ma i piallacci, fissati sui moderni pannelli in legno lavorato con gli adesivi moderni, forniscono un materiale economico e stabile con le qualità estetiche e fattili del massello.
ATTREZZI PER IMPIALLACCIARE
La posa dei piallacci può richiedere l’applicazione di un solo piallaccio o il taglio e il montaggio di piallacci diversi per realizzare disegni complicati. La dotazione di base di attrezzi da falegname ne comprende già vari usati nei lavori di impiallacciatura: attrezzi per misurare e tracciare, archetto da traforo, pialle, pialletti e sponderuole, scalpelli, raschietti e attrezzatura per levigare compresi. Ma se si pensa di impiallacciare sovente, diventano necessari ulteriori attrezzi specializzati. Quasi tutti sono reperibili presso i negozi di ferramenta e presso i rivenditori di piallacci. E’ inoltre necessario realizzare parte dell’attrezzatura, come il ferro sagomato, l’aggiustatore e la semplice maschera di taglio per i lavori a parquet.
Metri e righe
Oltre al metro a nastro metallico si dimostra molto pratico anche il righello metallico di sicurezza da 300 mm. utilizzabile per misurare e come guida per tagliare pezzi di piccole dimensioni. Le righe di sicurezza sono studiate per fare presa sul pezzo impedendogli di scivolare quando sono usate come guida di taglio. Per tagliare piallacci lunghi si usa la riga metallica.
Tavola da taglio
In genere si taglia sul multistrati o su altro pannello di legno lavorato a superficie fine o, per i tagli fini a taglierino, sulla speciale tavola da taglio. Questa è realizzata in materiale autosigillante simile alla gomma, che permette alla punta del taglierino di penetrare senza provocare incisioni permanenti o ottundere la lama.
Sega per piallacci
La sega per piallacci si usa, con l’aiuto della riga, per tagliare piallacci di qualsiasi spessore. Produce tagli a squadra per unire accostati i piallacci; ha la lama rovesciabile, a due taglienti con dentatura fine senza allicciatura.
Ferro da stiro elettrico
II vecchio ferro da stiro di casa può essere usato per ammorbidire la colla animale applicata alla base e ai piallacci nell’impiallacciatura tradizionale a martello, sia per attivare la pellicola adesiva sensibile al calore.
Taglierini
Per tagliare forme complicate si usa il bisturi chirurgico o il taglierino per modellismo a lama appuntita, mentre per le linee diritte (in particolare se occorre maggiore pressione) si usa il taglierino a lama curva, più rigida. Le lame. essendo affilate sui due lati, producono tagli a V. Poiché è fondamentale che il bordo dei piallacci sia tagliato a squadra, il taglierino deve essere tenuto angolato a allontanarsi dalla riga.
Punzoni per piallacci
I punzoni per piallacci, prodotti in otto misure. si usano per riparare i difetti dei piallacci. Con il punzone, dal tagliente di forma irregolare, si rimuove la parte difettosa e si taglia il corrispondente rappezzo identico nel piallaccio di
scorta L’espulsore a molla spinge il rappezzo tagliato fuori dall’attrezzo.
Attrezzo per rifilare piallacci
L’attrezzo per rifilare si usa per rimuovere il piallaccio in eccesso lungo i bordi del pannello. Il tipo più semplice è formato dal corto ferro regolabile montato sull’impugnatura di legno. L’attrezzo, fatto correre semplicemente lungo i bordi del pannello, taglia di netto il piallaccio sia lungo sia trasversalmente alle fibre.
Pialla con ferro a denti
La pialla con ferro a denti si usa per “rigare” la base pronta per l’incollaggio. Differisce dalle comuni pialle in legno per il ferro collocato quasi in verticale. Le sottili scanalature della faccia del ferro, arrotato con lo smusso sul retro, producono una serie di denti simili a quelli delle seghe fini. Il ferro si affila sulla pietra.
Pentola per la colla
Nell’impiallacciatura tradizionale si usa colla animale calda, preparata nella apposita pentola doppia o da bagnomaria. La pentola interna contiene la colla e quella esterna l’acqua, che è riscaldata per portare la colla alla temperatura di impiego e allo stesso tempo evitare che bruci.
Originariamente le pentole per la colla erano in ghisa, ma attualmente i tipi moderni sono in alluminio. Sono riscaldabili su qualsiasi fonte di calore, quali fornelli a gas e piastre elettriche.
Sono reperibili anche speciali pentole per la colla a controllo termostatico, ma sono più costose.
Per preparare la colla animale a perla, si riempie per un quarto la pentola interna con i grani e si aggiunge acqua in uguale quantità. Si lasciano imbevere i grani, poi si riempie a metà la pentola esterna con l’acqua e si riscalda la pentola con la colla immersa nell’acqua. Si rimescola la colla sino a consistenza uniforme, aggiungendo poca acqua se necessario. La colla non deve bollire, il recipiente esterno non deve rimanere senza acqua.
Nastro dl carta gommata
Il nastro di carta gommata da 25 mm di larghezza si usa per tenere uniti i piallacci e per evitare che i giunti dei piallacci appena posati si aprano in conseguenza del ritiro. Il nastro si rimuove bagnandolo e raschiandolo.
Punte per piallacci
Le corte e tini punte con grande testa di plastica si usano per tenere temporaneamente i piallacci mentre si stende il nastro di carta gommata sul giunto.
Martelli per piallacci
Il martello per piallacci si usa nella posa a mano dei piallacci. Il tipo in legno ha la striscia di ottone arrotondata inserita nel bordo della testa in legno duro. Il tipo in metallo è più simile ai martelli normali, ma la testa è studiata per premere le bolle d’aria. La striscia di ottone lavora sul pannello con movimento a zigzag per premere i piallacci sul fondo e per eliminare la colla in eccesso e le bolle d’aria.
LA BASE
I piallacci sono sempre incollati a un materiale di fondo, detto base. La scelta e la preparazione della base è fondamentale per la qualità dei risultati, dato che i piallacci non mascherano i diletti. Le superfici irregolari traspaiono attraverso i sottili piallacci e diventano visibili quando la superficie è lucidata. Per la base dei mobili impiallacciati un tempo si usava il massello di pino o di mogano per quelli di qualità più elevata. Oggi in genere si usa il legno lavorato, che è più facile da preparare e più affidabile, sebbene il massello sia usato ancora per pezzi sia piani sia curvi.
PREPARAZIONE DELLA BASE
La base fornisce la superficie liscia e uniforme su cui sono posati i piallacci. Il legno massello non è ideale perché si “muove” con gli sbalzi di umidità e richiede preparazione accurata, in particolare per i pannelli ampi. Il legno lavorato, materiale stabile, è prodotto in pannelli di grandi dimensioni con superfici levigate piane. Qualunque tipo si usi, deve essere piano o sagomato in modo regolare e assolutamente senza polvere.
Legno massello
Quando si impiallacciano le tavole in massello, si posano i piallacci nel verso delle fibre, in modo che si muovano con íl legno. Se si deve impiallacciare una faccia sola delle tavole a taglio tangenziale, si impiallaccia sempre il lato del durame. Queste tavole infatti tendono a imbarcarsi, ma se posate con il lato del durame in atto, l’impiallacciatura aiuta a tenerle piane durante la presa della colla.
Quando possibile si usano le tavole a taglio radiale, che sono più stabili e con modesto ritiro solo nello spessore. Per mantenere le tavole equilibrate in modo uniforme, si impiallacciano entrambe le tacce.
Legno lavorato
La maggior parte del legno lavorato è pronta all’uso. I laminati possono richiedere l’applicazione dei piallacci a bande trasversali quando le fibre non devono correre in direzione opposta all’impiallacciatura.
Riparazione dei difetti del massello
Si sceglie sempre legno senza difetti. I difetti inevitabili, quali i nodi fini, si rimuovono e si sostituiscono con le spine rotonde o a forma di diamante, tagliate con le fibre a seguire quelle del legno. Le spine si realizzano leggermente più spesse della tavola e si piallano a filo dopo averle incollate.
Rigatura della base
Per aumentare la presa della colla, si riga la superficie della base in massello e in legno lavorato sia con la pialla con ferro a denti, lavorando in diagonale dai lati opposti, sia tirando il seghetto a dorso sulla superficie. Prima di applicare l’appretto si soffia via la segatura.
Apprettatura della base
L’appretto serve a sigillare i pori e a regolare l’assorbimento per rendere più agevole l’incollaggio e per migliorarne la tenuta. Il tasso di assorbimento varia a seconda del tipo di base impiegato.
Si può usare sia la colla animale calda diluita (una parte di colla per dieci parti di acqua circa) sia la pasta a freddo per carta da parati.
L’appretto si applica uniformemente alle facce e in abbondanza ai bordi. Una volta essiccato, si carteggia leggermente la superficie rimuovendo eventuali sporgenze.
BASI SAGOMATE
l piallacci, essendo sottili e flessibili, possono essere posati su superfici curve e piegate nel verso e trasversalmente alle fibre. Le basi sagomate possono essere realizzate sia con spessi laminati in piallacci strutturali sia in massello curvato a vapore. Le tecniche relative sono illustrate nel capitolo sulla curvatura de! legno.
Legno massello
Piccole basi a curvatura poco accentuata si possono ricavare da blocchi di massello con la sega a nastro. Le superfici curve si piallano lisce con la suoletta flessibile e poi si preparano rigate per l’impiallacciatura. I ritagli, rivestiti di feltro si possono usare come piastre nella posa dei piallacci.
Costruzione tipo muratura
Ricavare forme curve da massello di dimensioni congruenti comporta sprechi notevoli, inoltre le fibre corte possono rendere debole il pezzo. II sistema tradizionale per realizzare basi curve, quali il fronte dei cassetti, è la costruzione tipo muratura. Le fibre del legno seguono approssimativamente la direzione della curva, superando così il problema delle fibre deboli.
I corti “mattoni”, tagliati da legno poco più largo della base finita, sono incollati testa a testa a formare gli strati, o corsi, curvi. I giunti nei corsi sono sfalsati, o legati, come nelle murature tradizionali, in questo modo i giunti di un corso sono rinforzati dal mattone del corso successivo.
Costruzione tipo botte
Il sistema utilizza strisce di legno smussate incollate di costa. A volte è impiegato per le ante curve. I bordi delle strisce sono piallati all’angolazione necessaria, poi incollati e serrati nella maschera realizzata appositamente con bilancieri sagomati per tenere la curva. Per i pezzi leggeri le strisce incollate si possono tenere insieme con nastro adesivo. Dopo la presa dell’adesivo, si levigano le superfici con la suoletta flessibile e si rigano, pronte per i piallacci a bande trasversali posati con le piastre.
PREPARARE I PIALLACCI
Tra i piaceri offerti dall’impiallacciatura vi è l’opportunità di usare il legno esclusivamente per il suo aspetto. senza la necessità di prenderne in considerazione le proprietà strutturali. Le caratteristiche decorative di venatura e colore dei piallacci rivelate dai procedimenti di taglio possono essere usate al naturale, se si vuole: altrimenti si possono tagliare i fogli e combinarli così da creare disegni piacevoli mediante l’accoppiamento dei piallacci.
Maneggiare i piallacci
I piallacci sono fragili e devono essere maneggiati con cura. Si conservano piatti e, per accoppiarli, si prendono nell’ordine secondo cui sono stati forniti. Quando si scelgono dal mazzo, non Si deve tirare il piallacelo inferiore ma lo si raggiunge sollevando quelli superiori. I piallacci lunghi devono essere maneggiati da due persone.
Spianatura dei piallacci
Spesso i piallacci devono essere appiattiti prima di poter essere utilizzati. I piallacci leggermente deformati si inumidiscono per mezzo del vapore del bollitore odi brevi immersioni in acqua oppure ancora con la spugna bagnata, quindi si tengono premuti tra due pannelli di truciolare sino a quando sono asciutti. Per applicare la pressione necessaria si usano i morsetti o oggetti pesanti. I piallacci si appiattiscono subito prima dell’uso.
I piallacci deformati e friabili rispondono meglio se in fase di inumidimento si usa l’adesivo. Si può impiegare la pasta per carta da parati o la colla animale calda molto diluita. Si applica leggermente a pennello la pasta o la colla animale inumidendo il piallaccio, poi lo si preme tra due pannelli foderati con fogli sottili di polietilene. Si lascia il piallaccio nella pressa per 24 ore almeno. Per accelerare il processo si riscaldano i pannelli di truciolare.
ACCOPPIAMENTO DEI PIALLACCI
Quando i piallacci prescelti sono più stretti della base, è necessario unirli. L’unione dei piallacci offre l’opportunità di creare effetti decorativi contrapponendo le caratteristiche naturali di venatura e colore del legno.
-Accoppiamento a scorrere
L’accoppiamento a scorrere si usa per ottenere piallacci larghi da quelli stretti. I piallacci consecutivi sono fatti scorrere di lato e uniti senza modificare la direzione delle fibre.
Il sistema è particolarmente indicato ai piallacci striati quando il giunto non deve essere visibile. Se le striature non sono parallele ai bordi da unire, l’accoppiamento lungo il giunto può risultare scadente e può essere necessario tagliare i piallacci per allineare la venatura.
-Accoppiamento a libro
L’accoppiamento a libro è usato per unire due piallacci consecutivi quando la venatura è spostata su un lato del foglio.
Il verso in cui ruotare i piallacci dipende dalla posizione della venatura dominante. Quando è sul lato di sinistra, si ruota il foglio superiore a sinistra come quando si aprono i libri (1). Se la venatura è sulla destra, si ruota il foglio superiore a destra (2). La venatura deve essere allineata esattamente per evitare accoppiamenti disuniti.
-Accoppiamento a quattro elementi
Si prendono quattro piallacci consecutivi e si sceglie la sezione in cui il punto locale della venatura risulta
posizionato in basso.
Si prende la prima coppia di piallacci e si accoppiano a libro lungo il bordo verticale. Per accoppiamenti accurati, prima si taglia diritto il bordo di un foglio. Si posa il bordo rettificato sul bordo del foglio adiacente e si accoppiano i disegni, quindi si taglia il secondo foglio come da accoppiamento e si applica il nastro di carta gommata sul giunto (1). Poi si taglia il bordo orizzontale diritto e a squadra.
Si accoppiano a libro i bordi verticali della seconda coppia come per la prima, ma si capovolgono lungo il bordo orizzontale in modo che
guardino verso il basso (2).
Si accoppiano ora i bordi orizzontali, posando la prima coppia sulla seconda e
tagliando i piallacci lungo la linea in cui le venature corrispondono. Si ferma con la carta gommata il giunto orizzontale.
-Accoppiamento a diamante
Per l’accoppiamento a diamante si usano piallacci striati. Si posano quattro
piallacci consecutivi l’uno sull’altro e si tagliano diritti i bordi lunghi. Si tagliano le estremità a 45° tenendo i tagli paralleli (1). Si aprono i due piallacci superiori come nell’accoppiamento a libro, ma ruotati sul bordo diagonale superiore a formare una V rovescia, e si ferma il giunto con la carta gommata (2). Poi si taglia in orizzontale e diritto da angolo a angolo (3). Si
inserisce il pezzo triangolare al fondo della V formando un rettangolo (4). Si lavora quindi allo stesso modo la seconda coppia di piallacci, ma prima si capovolgono in modo che siano orientati in verso opposto come per l’accoppiamento a quattro elementi. Infine si uniscono i due rettangoli lungo gli assi (5).
Prova degli accoppiamenti
Per vedere come riprende il disegno delle fibre, si tiene lo specchio perpendicolare al piallaccio e lo si fa scorrere sulla superficie. Nella posizione migliore si traccia la linea di taglio lungo lo specchio quindi si tagliano gli altri piallacci.
Unione del piallacci
I bordi da unire dei piallacci devono essere tagliati diritti.
Quando si accoppiano due piallacci, si posano allineando esattamente la venatura. Poi si puntano temporaneamente sulla tavola da taglio, tenendoli fermi con la riga appena all’interno del bordo da tagliare, quindi si tagliano i due piallacci con il taglierino o con la sega per piallacci.
Per controllare che aderiscano, si tengono insieme i due piallacci contro la luce. Se si vedono vuoti, si rifilano i bordi passando la pialla a regolazione fine lungo i bordi del piallaccio tenuto tra due listelli diritti.
Fissare i giunti
Dopo aver accostato i bordi, ogni 150 mm si applicano trasversalmente al giunto strisce di carta gommata lunghe 100 mm poi si applica la carta gommata su tutta la lunghezza del giunto. La carta gommata tiene unito il giunto durante il ritiro.
IMPIALLACCIATURA PRESSATA
Nell’impiallacciatura pressata la pressa si usa per la posa dei piallacci. Base e piallacci sono pressati tra le piastre, tavole rigide sia piane sia curve. A differenza delle tecniche di posa a mano, l’impiallacciatura pressata richiede materiale e lavoro ulteriori per realizzare sia la pressa sia le piastre. Tuttavia è il sistema più indicato per posare piallacci ottenuti da parti fermate con la carta gommata e per piallacci fragili quali la radica e quelli a piuma. Permette anche di impiallacciare entrambe le facce della base simultaneamente. Con l’impiallacciatura pressata, inoltre, è più facile trattare le ampie superfici curve dato che gli adesivi a freddo lasciano il tempo per armare la pressa.
REALIZZAZIONE DELL’ATTREZZATURA
La complessità dell’attrezzatura dipende dalle dimensioni e dalla sagoma dei pezzi in lavorazione e dall’estensione dell’uso.
Piastre piane
Per pezzi piccoli e stretti si realizzano le piastre in legno robusto e a queste si applica pressione uniforme con i morsetti collocati sulla linea d’asse.
Per impiallacciare pannelli ampi, si realizza la pressa con piastre in legno lavorato da 18 mm almeno di spessore e più larghe del pannello in lavorazione.
Per esercitare pressione uniforme sulle piastre, si tagliano tre coppie almeno di robuste traverse in legno dolce da 75×50 mm. Si pialla poi un bordo stretto leggermente convesso cosi da poter applicare la pressione al centro delle piastre e forzare dai bordi aria e colla in eccesso. La sagomatura equilibra l’azione dei morsetti, che possono essere applicati solo alle estremità.
La pressione si esercita con i morsetti oppure imbullonando tra loro le traverse con barre filettate munite di dadi e rondelle.
Con gli adesivi sintetici. si accelera il tempo di presa introducendo piastre in lamiera di alluminio, che possono essere riscaldate indipendentemente. Con la colla animale le piastre calde impediscono la coagulazione durante la compressione.
Sono necessari anche imbottiture in carta da giornale e fogli di polietilene da posare sui piallacci. L’imbottitura assorbe le irregolarità eventuali delle superfici provocate dalla carta gommata e il polietilene evita che il pezzo in lavorazione si incolli all’imbottitura.
PIASTRE CURVE
l pannelli curvi si impiallacciano con la pressa, usando sagome e controsagome come nella curvatura mediante laminazione. Oppure si costruisce una pressa simile a quella usata per i pezzi piani ma con le piastre realizzate con strisce di legno e tenute da traverse sagomate.
Le curve secondo cui tagliare le traverse si definiscono sul disegno della sezione. Si deve tenere conto dello spessore del materiale delle piastre e della base interposta.
Si possono realizzare piastre rigide usando il sistema delle basi tipo botte illustrato prima, ma le piastre flessibili sono più versatili.
Le piastre flessibili si realizzano con listelli quadrati di 12 mm circa di lato incollati a un telo di canapa. Le coppie di traverse superiori e inferiori si tagliano in modo da poterle distanziare 150 mm circa l’una dall’altra.
Tra le traverse si posano le piastre con la fodera di canapa verso l’alto e si rinforzano con piastre di alluminio odi legno lavorato per livellare la superficie.
Il pezzo si assembla come descritto per i pezzi piani. La pressione si applica bloccando con i morsetti la coppia di traverse diritte lungo l’asse della curva poi serrando le traverse sagomate.
Utilizzo del sacco di sabbia
Con i piccoli pezzi curvi l’impiallacciatura può essere premuta in posizione con il sacco di sabbia.
Si realizza il sacco piatto e lo si riempie con sabbia fine asciutta. Lo si riscalda e lo si preme intorno o sul pezzo in lavorazione e poi lo si comprime con piastre e morsetti.
POSA DELL’IMPIALLACCIATURA
Si deve preparare l’area di lavoro in modo da avere a portata di mano tuffo il necessario. L’impiallacciatura può essere posata su una faccia alla volta o su tutte e due insieme. Quando si posa separatamente. si stende prima sul retro.
Si applica a pennello uno strato uniforme di adesivo a freddo, come quelli polivinilici e alla urea formaldeide, solo sulla base (non sui piallacci) e si aspetta che diventi appiccicoso. Nel disegno è illustrata la sequenza relativa all’impiallacciatura contemporanea delle due facce. Dopo aver montato le traverse superiori, si serrano i morsetti esercitando sulle piastre pressione uniforme. Si lascia il pezzo montato per 12 ore, quindi si rifila l’impiallacciatura eccedente e si mette il pezzo in verticale di taglio per favorire la circolazione uniforme dell’aria. Lo si lascia acclimatare per pochi giorni, quindi si piallano e si bordano i bordi completando il pannello.
IMPIALLACCIATURA A MANO
Il sistema plurisecolare di posa a mano dei piallacci con colla animale bollente ha molti pregi. La colla può essere ammorbidita a calore anche dopo anni. si possono correggere gli errori e altrettanto facilmente riparare impiallacciature danneggiate o a bolle. La colla cruda, però, deve essere disciolta per ridurla alla consistenza necessaria e le tecniche di posa richiedono pratica. Gli adesivi moderni sono più puliti e più semplici da usare, ma non altrettanto versatili. In tutti i casi si deve sempre preparare e apprettare la base, altrimenti assorbe troppa colla e l’unione risulta debole. Si tagliano e si preparano i piallacci, unendo quelli piccoli, se necessario. Nell’esempio illustrato si è assunto che il piallaccio sia grande abbastanza da coprire la base in un pezzo solo.
MPIALLACCIATURA A MARTELLO
Il segreto per la riuscita dell’impiallacciatura a martello sta nel mantenere la colla alla temperatura di lavoro. Si riscalda la colla animale a perle o quella liquida nella pentola doppia sino a 49°C circa. La colla. di consistenza uniforme e senza grumi, deve scorrere dal pennello senza dividersi in goccioline. Si lavora in ambiente caldo e senza polvere in modo che la colla non si raffreddi rapidamente. Si deve tenere a portata di mano spugna e recipiente di acqua calda più martello per piallacci e ferro da stiro riscaldato alla temperatura per la seta.
Applicazione della colla Si applica uno strato sottile e uniforme di colla alla base e al piallaccio (1), poi si posano a parte sino a quando la colla
è quasi asciutta ma ancora appiccicosa. Si posa il piallaccio sulla base facendolo sporgere tutto intorno, quindi lo si liscia con il palmo (2).
Pressione sul piallacelo
Dopo avere immerso la spugna nell’acqua calda e averla strizzata, si inumidisce la superficie del piallaccio (3) per chiuderne i pori e evitare che il ferro da stiro vi resti appiccicato.
Sulla superficie si passa il ferro da stiro riscaldato (4), fondendo la colla e facendola penetrare nel piallaccio. Senza indugio si prende il martello per piallacci e, iniziando dal centro circa, si preme il piallaccio sulla base con colpi a zigzag verso i bordi esterni (5).
Quando la colla fusa e l’aria sono state eliminate da sotto il piallaccio, si aumenta la pressione impugnando il martello a due mani (6). Si faccia attenzione però a non tendere il piallaccio esercitando pressione eccessiva trasversalmente alle fibre. Si lavora quindi verso l’altra estremità del pannello; se la colla si raffredda prima di aver finito, si inumidisce di nuovo il piallaccio e lo si riscalda con il ferro da stiro quindi si lavora come illustrato prima. Si pulisce la colla con stracci umidi prima che secchi.
UTILIZZO DELLA PELLICOLA ADESIVA
La pellicola di colla con supporto di carta che diventa liquida quando riscaldata con il ferro da stiro è l’equivalente moderno della colla animale tradizionale. Può essere rilavorata allo stesso modo, con applicazione ulteriore di calore; è già pronta all’uso e richiede meno abilità nell’applicazione. Tuttavia è necessaria una certa esperienza prima di usare le pellicole adesive nella posa di piallacci difficili quali la radica e quelli a piuma.
Applicazione della pellicola
Con le forbici si taglia la pellicola adesiva leggermente più larga della base. Si posa la pellicola faccia in sotto sulla base e la si liscia leggermente con il ferro da stiro regolato a temperatura media. Quando la colla è riscaldata, si toglie il supporto di carta (1).
Posa dell’impiallacciatura
Si posa il piallaccio sulla base già incollata e sopra si posa il
supporto a protezione del piallaccio. Si preme con il ferro da stiro riscaldato, lavorando lentamente dal centro verso l’esterno. Si segue il ferro con il martello per piallacci (2), o con un blocchetto di legno, per tenere il piallaccio premuto piatto mentre si raffredda la colla. Si eliminano eventuali bolle d’aria, come illustrato per l’impiallacciatura a martello. poi dopo la presa della colla, si rifila il piallaccio in eccesso.
UTILIZZO DELL’ADESIVO A CONTATTO
Gli adesivi a contatto appositamente studiati permettono di impiallacciare superfici piane e curve senza presse, attrezzi speciali e calore. Sono consigliate bordature in massello o altri tipi di protezione dei bordi, poiché i piallacci sono soggetti a scheggiarsi con gli adesivi di questo tipo. Con la radica e i piallacci a piuma non si usano gli adesivi a contatto.
Applicazione dell’adesivo
Con il pennello o con scarti di piallacci spessi si applica uno strato sottile e uniforme di adesivo al piallaccio. Si lavora in diagonale da un angolo al’altro, prima in una direzione poi nell’altra, controllando di aver coperto completamente tutta la superficie. Allo stesso modo si applica l’adesivo alla base e si lascia asciugare.
Posa dell’impiallacciatura
Si posa un foglio di giornale o di carta da pacchi sulla base, lasciando esposta lungo un bordo una striscia di adesivo asciutto di 50 mm (1). Sopra si posa il piallaccio e, quando è allineato alla base, lo si preme sulla striscia non coperta dalla carta.
Gradualmente si fa scorrere la carta tra base e piallaccio, premendo le due superfici incollate con il blocchetto di legno (2). Infine si passa il blocchetto spianando la superficie, quindi si rifila il piallaccio in eccesso (a sinistra) con l’attrezzo per rifilare o con il taglierino.
Trattamento delle bolle d’aria
Picchiettando sulla superficie si localizzano le eventuali bolle d’aria sotto il piallaccio. Si incide il piallaccio lungo le fibre con il taglierino affilato e si applica poco adesivo nella bolla; si preme in posizione con il rullo per giunti in legno duro. Si elimina l’adesivo dalla superficie del piallaccio prima che secchi.
RIMOZIONE DI CORPI ESTRANEI
I granuli abrasivi e di segatura che restano bloccati sotto l’impiallacciatura non vengono rimossi per quanto si prema. Si pratica invece un’incisione a V nell’area del corpo estraneo e si solleva il lembo di piallaccio così da poter rimuovere il granulo con la punta del taglierino. Con colla animale e pellicola adesiva, si preme in posizione il lembo con ferro da stiro caldo e martello per piallacci; con l’adesivo a contatto, si applica poco adesivo al lembo e alla base.
Luca Detti
Luca Detti è un appassionato falegname e artigiano del legno, la cui dedizione per il suo mestiere si manifesta in ogni progetto che intraprende. Luca apprezza profondamente la falegnameria e vede in ogni opportunità un momento per crescere e migliorare. La sua ambizione è quella di eccellere nel suo campo, e la sua sete di conoscenza ed esperienza lo spinge a ampliare costantemente le sue capacità.