A seconda del progetto, esistono diversi modi per assemblare due o più pezzi di legno tra loro.
Se si costruisce una struttura per cui non è previsto un futuro smontaggio, è sempre consigliabile utilizzare, sui punti in cui i due pezzi entrano in contatto, della colla vinilica. Più di chiodi e viti, infatti, è la colla che unisce indissolubilmente il legno, entrando nelle fibre di uno e dell’altro pezzo e solidificandosi lentamente in un unico corpo. Prima di applicare la colla, bisogna assicurarsi che i punti in cui andrà posta siano puliti, senza residui di altre colle, vernici, polvere o sporcizia. Va applicata in abbondanza, coprendo bene la superficie senza però stenderla troppo.
L’eventuale sovrappiù di colla va rimosso con uno straccio umido prima che asciughi. La colla vinilica impiega molte ore per asciugare, durante le quali le due parti da unire devono restare in posizione, immobili e il più possibile pressate insieme: per questo si utilizzano morsetti e strettoi; in caso si abbia bisogno di muovere subito la composizione, invece, è possibile fissare le parti con chiodi, viti, graffe o spine di legno.
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Il chiodo è un modo veloce e pratico per fissare, ma presenta alcuni difetti che vanno tenuti presente, poiché in alcuni casi potrebbero essere irrilevanti ma in altri si potrebbero rivelare importanti. Essendo liscio, il chiodo penetra facilmente colpito dal martello. Per la stessa ragione, però, è possibile che si sfili per errore, a causa di un urto o di una torsione accidentale. Inoltre il chiodo si infila a forza tra le fibre del legno: se si sceglie un chiodo di un diametro non troppo sottile o se lo si infila sulla parte terminale di una tavola, è possibile che il legno (se massello o lamellare, con multistrato e truciolare non accade) si apra a causa della fessura provocata dallo sforzo del chiodo tra le fibre.
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La vite, scelta sempre della misura adeguata al progetto e ai materiali, ha prestazioni migliori rispetto al chiodo. La lamella metallica che corre a spirale per la lunghezza del suo corpo permette alla vite di aggrapparsi al legno scavandosi una propria sede, impedendole di sfilarsi. Inoltre, nel fissaggio di due pezzi sovrapposti, la vite tira a sé il secondo pezzo in cui si infila, pressandolo al primo e quindi unendoli al meglio. Nonostante penetri nel legno in maniera diversa rispetto al chiodo, anche la vite rischia di creare delle fessure più o meno grosse nel legno, quando viene inserita: perciò è opportuno, almeno quando si utilizza legno massello o lamellare, eseguire sempre un preforo con una punta del trapano di diametro 1 mm più sottile del diametro della vite. Se si vuole evitare che la testa della vite sporga dal legno, si possono svasare i primi millimetri del foro praticato con una punta larga quanto il diametro della testa della vite, cosicché una volta avvitata totalmente nel legno la testa trovi posto in una sede della sua misura.
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Le graffe sono molto comode per fissare temporaneamente due pezzi di legno in attesa che la colla asciughi. Esistono sparagraffe manuali, elettriche, a batteria o ad aria compressa, ma per ragioni economiche sono quelle manuali quelle diffuse nel mondo del bricolage, anche se a livello di prestazioni non sono paragonabili alle altre versioni.
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Le spine, infine, sono tondini di legno rigati che si usano per giuntare due pezzi di legno dall’interno, lasciando quindi le superfici intatte e il sistema di assemblaggio invisibile. Si inseriscono praticando un foro del diametro della spina e profondo metà della lunghezza della spina in una delle due parti che andranno a contatto nell’assemblaggio, e un altro foro identico nell’altra parte, in corrispondenza del primo foro praticato. La spina andrà poi infilata nel foro di uno dei due pezzi, da cui sporgerà per metà: la metà sporgente sarà infilata nel foro dell’altro pezzo. è un metodo professionale, che non sempre è di facile esecuzione. L’unico difetto è che la spina tiene in posizione ma non in pressione, quindi c’è spesso bisogno dell’aggiunta di un altro elemento (vite, colla…) che colmi questa carenza.
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Luca Detti
Luca Detti è un appassionato falegname e artigiano del legno, la cui dedizione per il suo mestiere si manifesta in ogni progetto che intraprende. Luca apprezza profondamente la falegnameria e vede in ogni opportunità un momento per crescere e migliorare. La sua ambizione è quella di eccellere nel suo campo, e la sua sete di conoscenza ed esperienza lo spinge a ampliare costantemente le sue capacità.