Indice
Le cognizioni sulle malattie e difetti delle piante interessano il falegname più di tutto perchè tate conoscenza gli serve da guida nella difficile scelta del legname necessario a1 proprio lavoro
I difetti principali delle piante, sono alterazioni dovute a
-Malformazioni congenite
-Sfavorevoli condizioni di terreno e di clima
-Cause meccaniche
-Danni causati dall’uomo
-Danni causati da parassiti vegetali
-Danni provocati dagli animali.
Malformazioni congenite
NODI FISSI
I nodi sono un’alterazione congenita di tutte le piante dovuta all’incorpon1mento nel tessuto legnoso della generatrice di un ramo. Questi nodi, che sono caratterizzati da una zona di colore più intenso, hanno una durezza assai superiore al resto dell’essenza e, pur facendo corpo unico col fusto, provocano la deviazione e troncatura delle fibre, deviazione assai dannosa alla resistenza del legno con notevole deprezzamento dello stesso; la lavorazione, inoltre, risulta assai difficile e sgradevole l’effetto estetico. Detti nodi si chiamano fissi perchè provengono da rami giovani.
FIBRE IRREGOLARI
Quando le fibre non sono disposte parallelamente all’asse della pianta e non mantengono, tra fascio e fascio, una certa regolarità, il legno, una volta impiegato, perde moltissimo della sua resistenza. Non solo, ma è di difficile lavorazione. Un tronco da tavolo in cui questo difetto d’origine è grave non può essere che utile alla combustione. Vi sono piante che hanno addirittura tutto l’andamento fibroso spiraliforme a notevole inclinazione, andamento che, in certe essenze appare anche esternamente. Le cause possono essere varie: vecchiaia, l’esposizione e la natura del terreno, il vento.
CUORE MULTIPLO
Questo fenomeno si riscontra in piante in cui due o più getti o germogli si sono sviluppati dallo stesso seme e successivamente, nel crescere, sono stati compresi in un’unica corteccia e fusi in un solo corpo. Tale difetto. naturalmente, fa perdere di valore la pianta essendovi più zone midollari
Sfavorevoli condizioni di terreno e di clima
CUORE SPOSTATO
Tutte le piante che crescono in terreni scoscesi hanno il cuore spostato verso la. montagna. Tale difetto, che è dovuto essenzialmente all’inclinazione del terreno, si verifica anche in piante che sono investite dai raggi solari da un solo lato per la vicinanza di muri o altro. Questo fenomeno si riscontra altresì in piante che non hanno potuto sviluppare le radici armoniosamente per qualche grave ostacolo: roccia, cemento e altro. Essendo la massa legnosa percorsa da anelli molto stretti da una parte e larghi dall’altra la struttura non risulterà omogenea con grave danno del tavolame ricavato dalla pianta stessa. In genere, per quanto riguarda il terreno e il clima, ogni specie ha il proprio ambiente. Fuori di questo, la pianta non può vegetare rigogliosamente e quindi produrre buon legno. Svariate alterazioni vengono prodotte nelle piante sia dall’eccesso di umidità ambientale come dalla siccità. Piante che preferiscono terreni asciutti, trasferite in zone paludose, producono legno floscio cioè non consistente, sfibrabile e facilmente marcescibile.
AZIONE DEL FREDDO INTENSO
Le piante possono crescere entro determinati limiti di temperatura oltre i quali naturalmente, la pianta soffre. A basse temperature le piante gelano dando luogo alle seguenti alterazioni
-Doppio alburno o lunatura. Gli inverni eccezionalmente freddi con le loro basse temperature determinano nelle piante la scomparsa di cellule nella zona alburnosa, quindi arresto dello sviluppo. Si forma cosi una fascia di materia non più vitale, fascia che rimane, successivamente. avviluppata dagli anelli esterni vicini al cambio che non hanno subito danno dal gelo. Tali anelli, sviluppandosi regolarmente, danno luogo ad un secondo alburno. Naturalmente questa alterazione reca grave danno al legno perchè questo perde di omogeneità
-Cipollatura. La cipollatura è un grave malanno causato dall’eccessivo freddo, caldo e vento. Questi agenti atmosferici provocano il distacco degli anelli annuali della pianta, distacco che può essere parziale o totale. Quando è parziale, il danno è meno grave. quando è totale, praticamente abbiamo la creazione di due fusti, uno cilindrico interno, l’altro cavo esterno. Questa grave alterazione non lascia traccia esterna per cui chi acquista le piante in fusto non può accorgersene, perchè la cipollatura spesso si rileva solo a stagionatura avvenuta. Risulta essere evidente il danno economico recato da tale difetto che può rendere inutilizzabile parte o tutto il tronco.
Cause meccaniche
LESIONI TRAUMATICHE
Quando il tronco viene violentemente colpito da forze esterne con lacerazione della superficie, si genera un processo di cicatrizzazione che, spesso, per esuberanza. produce deformazioni che rendono inutilizzabile il legno in quelle zone malate per certi usi, mentre, per altri acquista particolare valore per la formazione di piallacci di singolare bellezza.
AZIONE DEL VENTO
La cipollatura, già trattata, non è solo effetto dell’eccesso del caldo e del freddo ma è anche causata dalla violenza del vento. Questi, quando non giunge a schiantare piante anche secolari, le sottopone a uno sforzo gigantesco in rapporto alla chioma più o meno estesa. Questo sforzo spesso vince la coesione degli anelli e provoca il difetto lamentato.
Danni causati dall’uomo.
I danni causati da una cattiva e irrazionale cura delle piante possono provocare o accentuarne i difetti. Per esempio l’aumento dei nodi è provocato dall’irrazionale potatura delle piante che acquistano un aspetto esterno spesse volte brutto.
NODI MOBILI
Il taglio, o peggio, la stroncatura di un ramo se non viene fatta aderente alla corteccia, cioè alla base del ramo, questo, rinsecchito, viene con gli anni ricoperto dalla pianta accrescimento; il ramo però, non essendo alimentalo, rimane come corpo estraneo e spesso marcisce. Questo avviene nelle latifoglie, nelle conifere, invece, per effetto della resina contenuta nel legno, non avviene necrosi e il ramo rimanendo avulso dalla massa del tronco, quando questo viene ridotto in tavole, esce, lasciando il foro con le relative conseguenze.
SCORTECCJIATUHA PARZIALE DELLA PTANTA
Ogni scortecciatura anche parziale della pianta può essere fonte di gravi malanni. Non sempre la parte asportata si rigenera con rapidità. La ferita può, cicatrizzandosi. provocare quei rigonfiamenti di cui si è parlalo più sopra.
Spesso l’acqua che penetra nelle ferite può provocare del marciume.
Danni causati da par assiti vegetali
I funghi stanno in prima linea fra i parassiti della massa legnosa. La loro azione deleteria si esplica tanto nel bosco su piante viventi che nel tavolame da lavoro o impiegato in travature, sostegni o altro. Questi parassiti prediligono gli organismi deperiti o non sani e facilitano e accelerano l’azione di decomposizione del legno. Inoltre sono dannosi alla pianta tutti gli arbusti rampicanti che, spesso, rivestono interamente i fusti: edera, muschio, licheni, vischio ecc
Danni provocati dagli animali
Molti animali si nutrono delle sostanze organiche contenute nel legno, sia esso ancora vegetante, in deposito o in opera. Il legno, pianta, tavolame o manufatto. se non è protetto da sostanze immunizzanti è sempre soggetto a divenire preda di animali piccoli o grandi, pronti all’opera devastatrice. Molli animali domestici e selvatici producono notevoli danni al bosco, ma ben più gravi sono le conseguenze recate dalla vasta famiglia degli insetti che rodono lentamente formando nel fusto solchi e caverne che divengono preda del marciume. Terribili gli xilofagi che scavano ovunque piccole gallerie sia nel legno in opera come nei mobili riducendoli, con gli anni, in polvere impalpabile.
Luca Detti
Luca Detti è un appassionato falegname e artigiano del legno, la cui dedizione per il suo mestiere si manifesta in ogni progetto che intraprende. Luca apprezza profondamente la falegnameria e vede in ogni opportunità un momento per crescere e migliorare. La sua ambizione è quella di eccellere nel suo campo, e la sua sete di conoscenza ed esperienza lo spinge a ampliare costantemente le sue capacità.