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Lacche sintetiche, vernicette e vernici sono trattate insieme per due motivi principali: in primo luogo perché i produttori raramente distinguono tra lacche sintetiche e vernicette; in secondo luogo perché queste finiture si applicano in modo abbastanza simile, sia a pennello sia con la pistola a spruzzo.
Lacca alla nitrocellulosa
Per decenni è stata una finitura industriale per legno molto diffusa grazie all’estrema rapidità di essiccazione. Sono reperibili lacche speciali a pennello. ma generalmente si raggiungono risultati migliori applicandola a spruzzo. La lacca asciuga per evaporazione del solvente, lasciando sulla superficie uno strato che è parzialmente dissolto dalla mano successiva: il risultato finale del processo è uno strato unico di lacca.
La lacca alla nitrocellulosa, praticamente trasparente come acqua, difficilmente modifica il colore del legno cui è applicata. Forma finiture dure che resistono a calore e umidità.
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Lacche con catalizzatore
Le lacche con catalizzatore induriscono per azione chimica: la lacca non si fissa senza l’introduzione dell’acceleratore. Nelle lacche precatalizzate, catalizzatore e lacca sono miscelati alla produzione, ma si fissano solo quando esposti all’aria. Le lacche con catalizzatore acido sono fornite in due
componenti distinti da miscelare subito prima dell’applicazione. Le lacche con catalizzatore sono molto trasparenti e resistenti a usura e macchie. Sono disponibili sia lucide sia opache e sono reperibili anche nero opaco e bianco con catalizzatore acido oltre alle più comuni trasparenti. Tutte le lacche con catalizzatore sono diluite con solventi appositi per l’applicazione a spruzzo, ma esistono anche tipi studiati per l’applicazione a pennello
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Vernicette trasparenti
Resine sintetiche quali le poliuretaniche sono impiegate nella produzione delle moderne vernicette per legno. che sono a prova di calore, impermeabili e estremamente resistenti. Quasi tutte le vernicette si usano direttamente dal contenitore, ma sono reperibili anche tipi con catalizzatore da aggiungere subito prima dell’applicazione. Le vernicette a due componenti sono così resistenti all’abrasione che sono utilizzate per la finitura dei pavimenti di legno, ma hanno durata relativamente breve e aderenza tra le mani non sempre soddisfacente. Emettono anche vapori sgradevoli.
Le vernicette per esterni sono prodotte per resistere agli agenti atmosferici, ma per le zone costiere sono più indicate le vernicette per nautica, che sopportano l’esposizione all’acqua salata.
Sono disponibili vernicette trasparenti che asciugano con finitura opaca. semiopaca e lucida, e vernicette con tinture che colorano il legno. Poiché queste ultime non penetrano nel legno come le tinture vere e proprie, è possibile che scolorino con l’usura. Come precauzione si applicano una o due mani addizionali di vernicetta trasparente a protezione del colore. Le vernicette con tinture sono molto utili per aggiustare il colore di elementi già trattati con vernicette. Si possono applicare a pennello o diluite a spruzzo.
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Vernici
Le vernici, o smalti, a base di solvente per legno sono realizzate con pigmenti solidi in sospensione in resine sintetiche, quali le alchidiche, viniliche, acriliche, ureiche e poliuretaniche, mescolate con olio. Mediante l’aggiunta di additivi si modificano le qualità delle vernici rendendole lucide, opache, semiopache, a asciugatura rapida ecc. La maggior parte delle vernici a solvente ha consistenza liquida, ma sono disponibili anche vernici tixotropiche (che non colano) di consistenza gelatinosa, che diventano fluide solo quando agitate dall’applicazione a pennello
sulle superfici.
Lo strato protettivo resistente è realizzato applicando in sequenza vernici con proprietà specifiche. Prima si usa il fondo, che isola il legno nudo e impedisce l’assorbimento delle mani successive. A questo segue una o due mani di sottosmalto a forte pigmentazione che nasconde il fondo e forma il corpo della vernice. La mano finale fornisce il colore e la tessitura prescelta.
Le vernici opache sono studiate per la finitura dei legni duri economici, di quelli dolci e del legno lavorato. Le vernici a base di resine possono essere applicate a pennello e, tranne le tixotropiche, a spruzzo. Le pitture a base di acqua come le emulsioni, quando utilizzate nella finitura del legno, sollevano le fibre.
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PULIZIA DEI PENNELLI
A lavoro ultimato si elimina vernicetta, lacca sintetica o vernice in eccesso passando il pennello su giornali vecchi pulendo le setole. Si flette il pennello nel diluente consigliato per la finitura (acquaragia per la maggior parte di vernicette e vernici) poi lo si lava con acqua calda saponata e si risciacqua. Con le dita si sagomano le setole mentre sono ancora umide. Una volta asciutte, si avvolgono in carta morbida e si infila un elastico sulla ghiera metallica del pennello fermando l’involto.
APPLICAZIONE A PENNELLO DELLE FINITURE
Con l’applicazione a spruzzo si ottengono le finiture di aspetto più professionale, ma costruire e attrezzare la cabina di spruzzo che rispetti le norme di igiene e sicurezza è costoso. Di conseguenza spesso l’applicazione a pennello di finiture trasparenti e vernici è Tunica scelta possibile. Tuttavia, purché si usino pennelli di buona qualità ben conservati e si operi con attenzione e pazienza, si riescono a raggiungere risultati più che soddisfacenti utilizzando le normali attrezzature del laboratorio. Per lavori generali serve una serie di pennelli di varia larghezza (12, 25 e 50 mm per esempio) e pennelli da 100 mm per le superfici piane ampie.
Applicazione della lacca alla nitrocellulosa
E’ necessaria una certa esperienza per applicare a pennello la lacca senza lasciare segni di pennellate e creste, difficili poi da eliminare. Prima di tutto si applica, a pennello o con straccio morbido, una mano di lacca diluita al 50% con funzione di isolante. Si carica il pennello con la lacca non diluita e, tenendo le setole leggermente angolate rispetto alla superficie orizzontale, si stende la finitura sulla superficie con lunghe passate diritte. Non si cerchi di applicare la lacca come le vernicette e soprattutto si eviti di ripassare due volte la stessa area. Si riprendono rapidamente i bordi umidi con la lacca fresca e si lascia che i segni delle pennellate scompaiano da soli. Si applicano due o tre mani di lacca, passando tra le successive con carta molto fine al carburo di silicio. Le singole mani prendono un’ora circa per asciugare, ma si controlli sulle istruzioni. Se non si è soddisfatti dell’aspetto della mano finale, si passa di nuovo con la carta abrasiva poi si lucida con lucido in crema applicato con straccio morbido.
Per conferire alla lacca alla nitrocellulosa la lucentezza finale a volte i falegnami esperti preferiscono impiegare la “soluzione a strofinare” formata da una parte di diluente alla cellulosa miscelata con tre parti di acquaragia. La tecnica non è facile da padroneggiare, si faccia quindi particolare attenzione a evitare di striare la superficie applicando troppa soluzione. Dopo aver reso opaca la lacca con la carta al carburo di silicio, si inumidisce il tampone di panno con la soluzione e la si applica alla superficie con passate circolari sovrapposte seguite da passate diritte nel verso delle fibre, come per la lacca a tampone.
Applicazione delle lacche a catalizzatore acido
La composizione chimica e il suo equilibrio è fondamentale per l’indurimento delle lacche a catalizzatore acido, quindi è essenziale seguire alla lettera le istruzioni allegate relative alla miscelazione dei componenti e alla preparazione della superficie del legno. Il legno deve essere pulito a fondo, perché la presenza di grasso o cera, per esempio, ritardano l’indurimento di giorni.
Si prepara solo la quantità necessaria di lacca e quella avanzata non si versa nel contenitore originario altrimenti l’intero contenuto diventa inutilizzabile.
il sistema specifico di applicazione può variare da prodotto a prodotto, ma come regola si stendono sul legno mani abbondanti di lacca, spandendola con passate diritte e parallele lungo le fibre. Non è necessario lavorarla con il pennello come le vernicette, si lascia che la pellicola si fissi naturalmente. Nell’applicazione a superfici ampie, si lavora con relativa rapidità fondendo i bordi umidi prima che la lacca inizi a fissarsi, il che avviene in 15 – 20 minuti. Due ore dopo circa si applica la seconda mano, dopo aver passato con carta molto fine al carburo di silicio per rimuovere le particelle di polvere, due ore dopo ancora si applica la terza mano. Per una aderenza perfetta tra le mani è meglio applicarle tutte e tre nello stesso giorno.
Se si desidera la finitura a specchio, si lascia indurire la lacca lucida per 24 ore, poi si lucida con lucido in crema e panno morbido. Per la finitura semiopaca si strofina la lacca lucida con lana d’acciaio 0000 immersa nella cera poi si lucida con lo straccio della polvere.
Applicazione delle vernicette
Nella finitura del legno nudo con vernicette trasparenti o con tinture si applica prima la mano isolante diluita dal 10 al 20 % con l’acquaragia. Si stende sul legno la mano isolante con il tampone di panno e a pennello quando il tampone risulta scomodo. Si applica a pennello la seconda mano non meno di sei ore dopo. Se tra le due mani sono trascorse più di 24 ore, si prepara la superficie delle vernicette lucide con carta molto fine al carburo di silicio. Si rimuove la polvere di legno con panno inumidito con acquaragia prima di lustrare la vernicetta. Per superfici durevoli si applica allo stesso modo una terza mano.
Per caricare il pennello di vernicetta, si immerge solo il primo terzo delle setole nella finitura e lo si passa sull’interno del contenitore per rimuovere il liquido in eccesso. Non si passano le setole sull’orlo del barattolo perché provocano bolle d’aria nella vernicetta che, se trasferite sul pezzo in lavorazione, possono finire fissate nell’ultima mano.
Le vernicette si applicano al legno passando il pennello in direzioni diverse per stendere la finitura in modo uniforme e fondere le mani successive con i bordi umidi delle precedenti. Infine si termina con passate leggere nella direzione delle fibre. Non si ripassa il pennello sulle mani di vemicetta che hanno iniziato a fissarsi, altrimenti si lasciano segni permanenti. Se dovesse capitare, si lascia indurire la finitura tutta la notte poi si strofinano i segni di pennello e altri difetti eventuali con carta al carburo di silicio lubrificata con acqua.
Quando particelle di polvere si fissano alla superficie finale lucida, si passa con carta abrasiva e si vernicia di nuovo oppure si modifica la finitura con lana d’acciaio e cera. Si immerge la lana d’acciaio 0000 nella cera e si lustra la superficie nella direzione delle fibre. Lucidando poi con lo straccio si conferisce un’attraente lucentezza morbida priva di imperfezioni evidenti
Applicazione delle vernici
La maggioranza delle vernici a solvente si applica come le vernicette, in più direzioni per assicurare copertura uniforme poi finendo con passate parallele del pennello. Per le vernici tixotropiche si applicano invece mani abbastanza abbondanti di vernice, lavorandole solo con passate parallele e lasciando che i segni delle pennellate scompaiano naturalmente.
Tra le mani successive si aspetta il tempo indicato nelle istruzioni, poi si passa con carta molto fine al carburo di silicio e si pulisce con lo straccio. Si lascia asciugare l’ultima mano tutta la notte in ambiente senza polvere prima di maneggiare di nuovo il pezzo in lavorazione.
EVITARE COLATURE DI VERNICETTE E VERNICI
Se sulle superfici verticali si trascura di lavorare in più direzioni le mani abbondanti delle normali vernicette e vernici a solvente, queste cedono formando creste pesanti di aspetto simile ai drappeggi delle tende. I drappeggi si evitano applicando mani uniformi e finendo con passate verso l’atto (1).
Le colature si provocano flettendo il pennello carico contro le modanature e i bordi. La vernice si applica sempre lungo la modanatura, mai trasversalmente, facendo attenzione a lavorare nelle due direzioni dall’angolo in cui si uniscono due modanature (2).
Quando si verniciano i bordi dei pannelli, si lavora verso l’esterno allontanandosi dal centro (3). Se si passa il pennello sugli spigoli vivi si raschia la vernice dalle setole. che poi cola in basso
FINITURE APPLICATE A SPRUZZO
Una volta appresa la tecnica di base, pistola a spruzzo e compressore permettono di rifinire i pezzi in lavorazione con mani perfettamente uniformi di lacche sintetiche, vernicette e vernici. Tali finiture volatili, però, quando sono dissolte nell’aria sotto forma di nebbia fine formano ambienti potenzialmente esplosivi e costituiscono un grave pericolo per la salute. Si deve quindi lavorare all’esterno o realizzare la cabina di verniciatura attrezzata con aspiratore efficace. Tuttavia si controllino sempre presso l’Ufficio Tecnico del Comune le norme igieniche e antincendio da rispettare.
ATTREZZATURA PER VERNICIARE A SPRUZZO
L’attrezzatura per verniciare a spruzzo miscela l’aria compressa con le finiture liquide e le deposita sulla superficie del pezzo in lavorazione sotto forma di particelle minute.
Pistola a spruzzo e compressore
Il compressore, in genere con motore elettrico, comprime l’aria filtrata e la invia attraverso il tubo flessibile alla pistola a spruzzo. Premendo il grilletto della pistola si apre la valvola di afflusso dell’aria, permettendo all’aria stessa di fluire nella pistola e di uscire dall’ugello, piccolo foro al centro dell’attacco, dove è miscelata con la vernice o con la finitura aspirata dal contenitore sigillato montato sotto la pistola. Parte dell’aria compressa è deviata alle bocchette ai lati dell’ugello. da dove fuoriesce attraverso minuscoli fori diffondendo a ventaglio lo spruzzo. Il flusso di aria e l’erogazione del liquido si regolano ruotando le manopole delle valvole sul retro della pistola. Sono reperibili anche pistole con ulteriore valvola per regolazioni più fini.
Pulizia della pistola a spruzzo
Si vuota il contenitore della finitura e vi si versa un po’ di solvente. Si fa funzionare la pistola sino a quando spruzza solvente pulito, quindi si scarica la pressione dell’aria, si smonta l’attacco e si puliscono le parti con lo straccio umido di solvente. Le ostruzioni di vernice nell’attacco si eliminano con stuzzicadenti.
Realizzazione delta cabina di verniciatura
L’unico sistema sicuro per verniciare a spruzzo in interni è realizzare la cabina completamente chiusa che isoli tale attività dal resto del laboratorio. Per eliminare i vapori nocivi dei solventi si installa sulla parete esterna un potente aspiratore.
Tali vapori. però, creano atmosfere cosi infiammabili che persino le scintille dei motori elettrici ne possono provocare l’accensione: si devono quindi usare aspiratori con motore a prova di esplosione e sul fronte montare il filtro per la raccolta della finitura in eccesso. Sono necessarie anche lampade a prova di esplosione, da accendere e spegnere dall’esterno. Si controlla sul libretto allegato che l’uso del compressore sia consentito all’interno della cabina. altrimenti lo si installa all’esterno e si monta il collegamento per il tubo nella parete della cabina. In questo punto è consigliabile includere il collo d’oca, per evitare che l’umidità contenuta nell’aria compressa rovini il pezzo in lavorazione. Per i pezzi di piccole dimensioni si realizza il piano girevole (un disco di truciolare avvitato alla base di una vecchia sedia girevole) e lo si colloca davanti all’aspiratore con il filtro. I pezzi più grandi si sostengono sui cavalletti.
DILUIZIONE DI VERNICI,VERNICETTE E LACCHE SINTETICHE
Tutte le finiture, fornite in genere nella consistenza per l’applicazione a pennello, devono essere diluite con il solvente adatto per renderle abbastanza fluide da essere spruzzate. Il tipo di solvente, o diluente, da utilizzare e le proporzioni corrette di solvente e finitura sono riportati sulle confezioni.
Dopo aver misurato e miscelato i due prodotti, si prova la consistenza della finitura con la seguente regola empirica. Si rimescola la finitura con un bastoncino di legno, lo si solleva e si osserva come la finitura scorre dalla punta. Quando scorre con flusso continuo. è quasi pronta per essere spruzzata. Il flusso discontinuo è indice di consistenza troppo spessa. non spruzzabile in modo efficace. Con questo sistema non è cosi facile dire quando la finitura è troppo fluida. ma un breve tratto di finitura spruzzata sulla tavola di prova verticale fornisce la risposta: se cola quasi subito è troppo fluida.
Per misure più accurate della consistenza, si ricorre al misuratore di viscosità: si riempie il misuratore con la finitura diluita e si controlla il tempo impiegato a vuotarsi. Si aggiusta la consistenza sino a quando il tempo corrisponde a quello consigliato.
NORME DI SICUREZZA
Si seguono sempre le istruzioni relative a salute e sicurezza allegate all’attrezzatura e inoltre
-Calzare occhiali e autorespiratore anche lavorando all’esterno.
-Attrezzare correttamente la cabina di verniciatura realizzata.
-Mai fumare e spegnere tutte le fiamme libere durante l’applicazione a spruzzo.
-Tenere lontani i bambini piccoli dall’attrezzatura a spruzzo.
-Mai puntare la pistola a spruzzo contro le persone.
-Staccare la spina dell’attrezzatura e liberare la pressione nel tubo dell’aria prima di pulire la pistola ostruita.
TECNICHE DI BASE
Se mancano precedenti esperienze di applicazione a spruzzo delle finiture. è consigliabile fare pratica su legname di scarto prima di affrontare i pezzi da finire.
Applicazione a pannelli verticali
Per verniciare a spruzzo i pannelli verticali, si tiene la pistola a 200 mm circa dalla superficie, con le bocchette dell’aria ruotate in orizzontale per ottenere lo spruzzo a forma di ventaglio in verticale. Si punta la pistola direttamente contro il pezzo, tenendola in movimento lungo una traiettoria parallela alla superficie per tutta la passata (1). Si deve evitare di far descrivere un arco alla pistola (2), altrimenti alle estremità la finitura è più sottile. Si preme il grilletto subito prima della passata e lo si rilascia solo quando lo spruzzo fuoriesce dall’altra estremità (3). Si punta il centro dello spruzzo sul bordo del pannello. Nella passata di ritorno si copre quella precedente per il 50 % circa (4) e si prosegue con passate cosi sovrapposte sino a coprire tutto il pannello con la finitura.
Applicazione a pannelli orizzontali
Per verniciare a spruzzo i pannelli orizzontali, quali il piano dei tavoli. si trattano prima i bordi poi si lavora per fasce parallele, tenendo la pistola a 45′ circa rispetto alla superficie. Si lavora allontanandosi e sovrapponendole come indicato prima.
Applicazione a gambe e traverse
Si punta la pistola contro lo spigolo verniciando allo stesso tempo due lati della gamba o della traversa. Le superfici restanti si verniciano spruzzando dalla parte opposta.
Applicazione all’interno di contenitori e cassetti
Quando si vernicia l’interno di contenitori e cassetti, per ottenere copertura uniforme si deve lavorare in modo sistematico e concentrato rispettando la sequenza indicata. Prima si vernicia la faccia inferiore del pannello superiore, seguita poi da un lato, lavorando sempre con passate verticali sovrapposte. Si prosegue allo stesso modo con il retro del contenitore o del cassetto. Si vernicia poi l’altro lato, la superficie inferiore. e per ultimo l’esterno.
MODIFICAZIONE DELLA FINITURA
Le finiture a spruzzo sono perfettamente soddisfacenti senza trattamenti ulteriori, ma è possibile migliorarne o modificarne la tessitura superficiale in molti modi.
Per ottenere finitura lucida, dopo aver aspettato 24 ore per l’indurimento, si passa con carta molto fine al carburo di silicio eliminando colature e rimuovendo particelle di polvere, quindi si lustra a specchio la superficie con lucido in crema e panno morbido.
Per la finitura satinata, dopo le 24 ore per l’indurimento si strofina la superficie con lana d’acciaio 0000 immersa in cera poi si lucida con lo straccio. In alternativa si usa pomice in polvere mescolata con poca acqua o paraffina liquida, da strofinare con blocco di feltro duro. Una volta raggiunta la finitura voluta, si elimina l’impasto dalla superficie con lo straccio. Lo stesso trattamento con farina fossile, o con polvere abrasiva ancora più fine, lucida la finitura.
Olio e Cera per Legno
Olio e cera sono tra le finiture per legno più facili da applicare, non essendo necessaria alcuna esperienza per ottenere risultati di qualità. A differenza di lacche naturali e vernicette che ricoprono le superfici, l’olio penetra nel legno senza lasciare pellicole che trattengono il segno delle pennellate e altri difetti e, purché si usino tipi a essiccazione rapida, elimina il rischio di superfici appiccicose che attirano la polvere. La cera è usata come finitura sia da sola sia su lacche sintetiche e vernicette.
OLI DI FINITURA
L’olio è usato per trattare le essenze naturalmente oleose quali teak e afrormosia, che respingono la maggior parte delle finiture. Ma è ugualmente indicato per gli altri legni duri e per quelli dolci, cui conferisce un ricco color ambra. Le caratteristiche di impermeabilità dell’olio sono particolarmente vantaggiose per le opere in legno per esterni. Inoltre le applicazioni successive nutrono il legno già trattato che risente gli effetti dell’esposizione ai raggi solari. Non è utilizzabile come finitura dell’interno di cassetti e contenitori perché macchierebbe il contenuto.
-Olio di lino
L’olio di lino crudo è adatto solo a oggetti piccoli. Può richiedere sino a tre giorni per asciugare, tempo durante il quale si ricopre di lanugine e polvere. L’olio di lino cotto è migliore, dato che asciuga dopo 24 ore, ma nessuno dei due produce finiture resistenti e durature.
-Olio essiccante cinese
L’olio essiccante cinese puro, detto a volte anche olio tung, è la finitura a olio più duratura. Non teme l’acqua e resiste a calore e alcool. Richiede 24 ore per asciugare, ma passando con cura con carta molto fine al carburo di silicio tra le mani produce finiture superbe. Si applicano da sei a otto mani in tutto.
-Olio danese o di teak
Abitualmente l’olio essiccante cinese e altri oli vegetali formano la base di numerose finiture preparate commercialmente dette olio danese o olio di teak. In questi oli sono incorporati essiccanti per ridurre il tempo di asciugatura a sei ore circa. Calore, alcool e acqua possono lasciare macchie bianche provvisorie sulla superficie, ma scompaiono rapidamente. Difetti più persistenti si eliminano applicando di nuovo l’olio.
-Olio per contenitori dl alimenti
La maggioranza degli oli di finitura contiene sostanze tossiche. E’ reperibile, però, anche lo speciale olio per contenitori di alimenti, non tossico, per piani di lavoro in legno, taglieri e altri oggetti quali ciotole e cucchiai. Si possono usare anche il comune olio di oliva e gli altri oli commestibili.
LUCIDATURA A CERA
Nel passato i falegnami preparavano la cera per lucidare sciogliendo cera d’api e cera dura di camauba nella trementina. l due materiali grezzi sono ancora reperibili, ma sono disponibili così tante eccellenti cere già preparate che la maggior parte dei falegnami non ritiene più necessario prepararla in proprio. La cera produce calde finiture attraenti che sembrano migliorare nel tempo. E’ reperibile in una vasta gamma di colori, da praticamente trasparente per i legni chiari al marrone fondo patina antica che crea l’impressione della patina del tempo e nasconde i graffi nelle superfici pronte alla lucidatura.
In alcune cere sono aggiunti siliconi per rendere più facile la lucidatura, ma se penetrano nel legno sono difficili da rimuovere e respingono praticamente tutte le altre finiture nel caso si dovesse restaurare il pezzo in questione.
-Cere liquide e in crema
Le cere liquide e in crema sono abbastanza fluide per essere applicate a pennello. Per formare il corpo protettivo della lucidatura sono necessarie due o tre mani.
-Cera solida
La cera solida, prodotta con consistenza leggermente maggiore, è ideale per l’applicazione a tampone di lana d’acciaio molto fine o con straccio che non speli. Una volta indurita può essere lucidata con straccio morbido e pulito sino a un lustro impressionante.
-Bastoncino di cera per lucidatura al tornio
I bastoncini di cera, duri abbastanza da essere usati per lucidare per attrito, si strofinano contro i pezzi che ruotano nel tornio.
APPLICAZIONE DELL’OLIO
L’olio danese odi teak si applica a mani generose alle superfici pulite e ben preparate sia a tampone sia a pennello. Si lascia penetrare nel legno per pochi minuti, quindi si strofina la superficie con Io straccio assorbendo l’olio in eccesso.
Sei ore dopo si applica la seconda mano e si lascia asciugare tutta la notte. Il giorno seguente si applica un’altra mano e si lucida con lo straccio per dargli lucentezza.
La finitura con l’olio essiccante cinese puro richiede più tempo. Dopo la prima mano applicata a pennello e strofinata come illustrato prima, si applicano più mani di olio diluito, lasciando asciugare tra una mano e l’altra. Se particelle di polvere aderiscono alla superficie durante le 24 ore del periodo di essiccazione, si passa leggermente nella direzione delle fibre con carta abrasiva molto fine.
APPLICAZIONE DELLA CERA
Nonostante la cera possa essere applicata direttamente al legno nudo, è preferibile isolare prima la superficie con la vemicettgo, per lavori di qualità superiore e per i legni tinti con tinture a olio, con due mani di isolante alla gommalacca o di lacca bianca L’isolante impedisce che la prima mano di cera sia assorbita troppo a fondo nelle fibre, in particolare quando si usano le cere liquide. Evita anche che lo sporco penetri attraverso la cera e con il tempo permei il legno.
Dopo aver passato la mano di isolante con carta abrasiva molto fine al carburo di silicio, si applica la prima mano abbondante di cera liquida a pennello oppure con il tampone di stracci strofinando con passate prima circolari e poi diritte nella direzione delle fibre. Un’ora dopo si lucida e si applica a tampone una mano sottile lavorando solo nella direzione delle fibre. Si lascia indurire la cera per parecchie ore, quindi con lo straccio morbido pulito si lustra vigorosamente.
Quando si usa la cera solida, la si applica con il tampone di lana d’acciaio 0000 lavorando solo nel verso delle fibre, poi con lo straccio morbido si lustra sino a farla brillare.
Luca Detti
Luca Detti è un appassionato falegname e artigiano del legno, la cui dedizione per il suo mestiere si manifesta in ogni progetto che intraprende. Luca apprezza profondamente la falegnameria e vede in ogni opportunità un momento per crescere e migliorare. La sua ambizione è quella di eccellere nel suo campo, e la sua sete di conoscenza ed esperienza lo spinge a ampliare costantemente le sue capacità.