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Come Tornire il Legno

Aggiornato il 10 Febbraio 2025

Indice

  • Utensili e legni per la tornitura
  • Posizione e utilizzo degli utensili
  • Preparazione del legno
  • Montaggio
  • Sbozzatura
  • Profilatura
  • Gole
  • Finiture

Le origini della tornitura del legno si perdono nella notte dei tempi.
Oggi, però, i torni meccanici non hanno sostanzialmente modificato questa tecnica che affascina e appassiona tutti coloro che vi si dedicano, e che è perfettamente accessibile agli hobbisti.

Il tornio per legno è un utensile inventato più di due millenni fa. Una volta veniva mosso dal piede dell’operaio, mentre oggigiorno è dotato di un motore elettrico: questa è praticamente la sola differenza fondamentale.
Sul tornio, il pezzo di legno gira a grande velocità e il falegname avvicina i suoi utensili con una protezione molto ridotta. Si comprenderà quindi come questa attività possa essere pericolosa per coloro che la esercitano per la prima volta. In realtà, gli incidenti non sono più numerosi di quelli che si verificano nelle altre attività di falegnameria; l’hobbista dovrà tuttavia rispettare tutte le norme di sicurezza, anche se gli sembrerà di perdere del tempo. Avere dei buoni utensili, ben affilati, costituisce una garanzia per evitare incidenti. I modelli di tornio per legno variano poco, perché si tratta di un utensile semplice: un motore elettrico mette in rotazione un albero; il pezzo da lavorare è infisso ad una estremità in una punta serrata tra le griffe del mandrino montato sull’albero, sul cui asse il pezzo ruota, mantenuto in posizione da una punta folle (contropunta) all’altra estremità. Si chiama toppo fisso la parte del tornio nella quale si trovano l’albero rotante e il mandrino, mentre il toppo mobile scorre sul banco del tornio e riceve la contropunta. Si distingue la tornitura in barra che riguarda i pezzi lunghi, fissati tra mandrino e contropunta, e la tornitura a sbalzo nella quale i pezzi sono fissati sul solo mandrino; in quest’ultimo caso, il mandrino riceve il codolo di un platorello sul quale è fissato un disco di legno, che serve da supporto al blocco da tornire.

Utensili e legni per la tornitura

Il tornitore ha bisogno di utensili particolari: non pensate minimamente di utilizzare un qualsiasi scalpello per legno, bensì gli utensili specifici di cui si trovano delle attrezzature complete. Si distinguono gli utensili in acciaio fuso da quelli in acciaio rapido; i primi possono essere adatti per un hobbista, ma occorre affilarli spesso, mentre i secondi hanno una tenuta di taglio nettamente superiore, ma anche un prezzo più elevato. La parte metallica dell’utensile si chiama ferro, la parte superiore tavola e quella inferiore dorso; il taglio si esegue tramite il bisello e il tagliente, e il ferro è inserito nel manico mediante un codolo (punta quadrata) rinforzato da una ghiera. La sgorbia è un utensile da taglio caratterizzato da un bisello ad arco di cerchio, con raggio più o meno grande. Si distingue la sgorbia per sbozzare (per tagliare) e quella per
profilare (profili e modanature). Il ferro piano è uno scalpello con doppia bisellatura che forma un angolo di circa 35 gradi; serve a rasare, sezionare, e per lavori fini. La trancia serve per tranciare e per realizzare delle gole. Destinati a raschiare il legno, gli scalpelli hanno forme diverse (1/4 di tondo, 1/2 tondo, grana d’orzo, vale a dire a V). Ci si serve anche del bedano il cui ferro ha una sezione a forma di trapezio isoscele, e serve a spianare, a rettificare i cilindri, a modanare.

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Legni
Numerosissime essenze di legno si prestano ad essere tornite. All’inizio, sceglierete piuttosto dei legni teneri come il tiglio o semi-duri come il faggio; è importante soprattutto che siano di grana abbastanza fine, omogenei e che non presentino difetti (nodi, fessure). Per realizzare oggetti in barra, utilizzerete dei legni duri come il ciliegio, il carpine o il sorbo, l’agrifoglio, il pero o l’acacia. Tra i legni teneri, va bene l’ontano. I resinosi si lasciano difficilmente tornire, eccetto il tasso. Utilizzerete quasi esclusivamente del legno secco, anche se i tornitori a volte lavorano del legno verde, facendo essiccare i pezzi.

Posizione e utilizzo degli utensili

Per tornire, non è sufficiente porre il tagliente di un utensile sul pezzo, perché la forza di rotazione lo respingerebbe. Se il ferro viene posizionato senza precauzioni, il tagliente si infigge nel legno e rischiate di ferirvi, mentre il bisello deve sfregare sul legno prima che il tagliente lo tocchi. In tal modo, si può iniziare il taglio per gradi, senza pericoli. L’utensile poggia sul portautensili, che lo tiene fermo. Il pezzo in rotazione imprime sul ferro una forza diretta verso il basso, il tornitore deve quindi esercitare una forza opposta sul manico dell’utensile; di conseguenza, il portautensili deve trovarsi il più vicino possibile al punto di taglio, affinché la forza da esercitare sia minore. Per lavorare comodamente, l’asse del tornio deve essere all’altezza del gomito dell’utilizzatore. Si dovrà dunque regolare l’altezza dell’utensile a questo scopo, come viene citato nei manuali di tecnologia del legno, il tornitore deve lavorare il più vicino possibile al pezzo, cioè all’inizio di un taglio il braccio sinistro è piegato a circa 90 gradi e quello destro a 45 gradi . Cercate quindi di assumere questa posizione sin dall’inizio, per essere più liberi nei movimenti. È la mano destra che tiene il manico dell’utensile, guidando così lo spostamento del bisello; in genere la si pone piuttosto vicino alla ghiera per avere una buona presa. La mano sinistra è posta sul ferro in modo da guidare il taglio da vicino e impedire al ferro di essere respinto. Per ogni lavoro al tornio, dovrete adottare la posizione delle mani che vi sembra la più adatta: il ferro deve essere tenuto ben saldamente e dovete poter vedere ciò che state facendo (evitate di nascondere il tagliente con la sinistra). L’hobbista tende spesso a servirsi anche degli scalpelli per raschiare il legno; in effetti, è meglio utilizzare essenzialmente gli utensili da taglio: sgorbie, ferri piani e bedani, e lasciare gli scalpelli per la spianatura o la profilatura nella tornitura a sbalzo.

Preparazione del legno

Per tornire in barra, si parte generalmente da pezzi di legno di sezione quadrata. Preparerete il pezzo con degli utensili da falegname, facendo in modo che il lato sia nettamente più grande del diametro massimo del pezzo tornito. Un caso tipico è quello delle colonnine delle balaustre che comportano una parte a sezione quadrata in alto e in basso; in questo caso, conserverete una parte del travetto originale. Spianate il travetto tramite la sega (i tornitori si servono molto della sega a nastro) e della pialla. Eseguite quindi un primo tracciato per limitare, ad ogni estremità, l’estensione della parte che deve rimanere quadrata. Mettete poi il pezzo tra le ganasce di una morsa; potrete in questo modo tirare le diagonali per determinare il centro della sua base (dove si fisserà il travetto sulle punte). Se il pezzo presenta una base rotonda, la traccerete con il compasso sull’estremità. La fase successiva prevede lo smussamento degli spigoli del travetto con la pialla per preparare il pezzo alla tornitura (sbozzatura); cercate di conferirgli una forma ottogonale. Se non esiste una sezione quadrata, si può lavorare direttamente con la sega a nastro e la sega circolare. I tornitori professionisti tralasciano questa fase, perché fanno più in fretta a mettere il pezzo “al tondo” (sotto forma di cilindro) con la sgorbia, dopo averlo fissato tra le punte. Per un hobbista, è pericoloso cercare di sagomare un pezzo che prevede degli spigoli sporgenti.

Montaggio

Per essere lavorato in barra, il pezzo viene montato tra il mandrino a griffe munito di punta di centratura e la contropunta. Posizionate la punta di centratura (dopo averla tolta dal mandrino) nel punto di intersezione delle diagonali, tracciate alle estremità e conficcatela in profondità con il mazzuolo. Segnate nello stesso modo, con un punteruolo, anche l’altra estremità. Dopo aver inserito la punta di centratura (ora solidale al pezzo) nel mandrino, portate il toppo mobile in posizione facendolo scivolare sul banco e bloccatelo. Fate quindi avanzare la contropunta affinché penetri nel pezzo in profondità e bloccatela. Regolate quindi la posizione del portautensili, facendo girare il legno con la mano affinché questo elemento risulti molto vicino (a 3 mm circa) alla parte più sporgente del legno. Bloccate e fate girare ancora il legno per verificare che non tocchi.

Sbozzatura

Risulta essere arrivato il momento di avviare il tornio. In precedenza, avrete verificato che tutto sia in ordine e che nessun utensile si trovi sul banco da lavoro; per lavorare, non indosserete abiti che rischino di restare impigliati nella massa rotante e vi munirete di occhiali di protezione. Dovrete anche regolare la velocità, che dipende essenzialmente dal diametro del pezzo (la velocità è scarsa se il diametro è grande).
La prima tappa della lavorazione consiste nella sbozzatura, con la quale il pezzo viene messo “a tondo”, gli viene cioè conferito l’aspetto di un cilindro. Questo lavoro è generalmente effettuato con l’apposita sgorbia che consente di asportare una gran quantità di legno molto rapidamente. Si posa il ferro sul portautensili e si abbassa lentamente in modo che il bisello, con il suo angolo inferiore, venga a trovarsi a contatto con la massa in rotazione. Si raddrizza quindi lentamente affinché il tagliente inizi a tagliare.
Occorre combinare lo spostamento dell’utensile da destra a sinistra e da sinistra a destra con un movimento di rotazione su sé stesso. Questo lavoro di cilindratura è fondamentale per la preparazione del pezzo e la padronanza della sgorbia. Dovrete quindi esercitarvi. Durante il taglio, verificate il diametro del cilindro con il calibro a corsoio o il compasso. Quindi, eseguite un tracciato delle varie parti della colonnina sul cilindro, e segnate il termine della parte quadrata con il ferro piano.

Profilatura

La tornitura comprende la realizzazione di profili decorativi. Queste modanature sono generalmente curve e comprendono delle parti sporgenti e delle parti cave. Potrete esercitarvi a realizzare le principali: il toro (1/2 sfera sporgente), la gola (1/2 sfera cava), la gola a S, il quarto di cerchio, il guscio, il becco di corvo, ecc. Si tratta di un lavoro di precisione che richiede molta delicatezza nel taglio del legno. Si utilizzerà una sgorbia per profilare ben affilata, oppure il ferro piano, in alcuni casi. Lavorate sempre dal diametro più grande a quello più piccolo, per non rischiare di prendere il legno nel senso contrario alle fibre (e di strapparle), e così facendo otterrete un taglio netto e bello. È il caso di questa modanatura (vedere sopra) con profilo a S dalle curve morbide. Posate il dorso dell’utensile sul portautensili e avvicinatelo al pezzo per far lavorare il tagliente. Spostate delicatamente il manico verso l’alto fino a incidere il legno.

Gole

La realizzazione delle gole è piuttosto difficile. In effetti, la riuscita dipende essenzialmente dal modo in cui viene spostato l’utensile sul legno, conferendogli il movimento necessario. Lavorate con una sgorbia per profilare il cui raggio sia simile a quello del profilo da sagomare. All’inizio del lavoro, la sgorbia è inclinata sul lato e si trova perpendicolare all’asse. La si spinge facendola girare per scavare il legno; in un secondo tempo, si risale seguendo un movimento inverso. Dovrete sempre bloccare bene il ferro con la sinistra, affinché il tagliente non scivoli. Effettuerete quindi una passata finale inclinando appena l’utensile per ottenere un piccolo truciolo.

Finiture

L’ultima fase della realizzazione di un pezzo riguarda la levigatura e il prodotto di protezione.
Levigherete mediante la carta vetrata in fogli che ammorbidirete passandoli su uno spigolo del banco da lavoro. Procederete come per la classica levigatura di falegnameria, iniziando cioè da una grana media per terminare con una finissima. Tuttavia, se il taglio con gli utensili è stato eseguito bene e i taglienti erano affilati correttamente, la superficie sarà già liscia e pulita, potrete quindi passare direttamente alla grana fine. Levigherete tenendo la carta tra le dita o servendovi di blocchi per levigare. Nel primo caso, occorre rispettare una regola fondamentale: non arrotolate mai il foglio sulle dita, perché la carta potrebbe impigliarsi nel pezzo e rischiereste di ferirvi gravemente. I blocchi per levigare possono avere qualsiasi forma; li muoverete in continuazione sul pezzo per ottenere una superficie liscia e senza incavi. Fate attenzione a non arrotondare gli angoli sporgenti. Per i piccoli particolari e gli angoli rientranti, piegherete il foglio d’ carta vetrata per farlo penetrare fino in fondo. Anche se lavorate con una carta vetrata a grana finissima, lascerete dei segni sul legno (levigherete infatti perpendicolarmente alle fibre del legno). Dovrete quindi completare tramite una levigatura di tutte le parti, a tornio fermo. Per migliorare ulteriormente il risultato finale, inumidite il legno con un panno umido, dopo la levigatura fine; dopo l’essiccatura, constaterete che la superficie è ritornata rugosa e le fibre si sono risollevate. Effettuate quindi una nuova levigatura, nel senso delle fibre. Sui pezzi piccoli (come quelli degli scacchi), in genere si termina con una levigatura con lana di acciaio che consente di ottenere una grande finezza. Per lucidare, prenderete in mano una manciata di trucioli con i quali sfregherete il pezzo, con il tornio in rotazione. Infine, applicherete un prodotto di finitura e di protezione; in genere si sceglie la vernice, che conferisce un aspetto lucido e ornamentale; tuttavia, i tornitori preferiscono spesso la cera o anche l’olio, che consentono un’eccellente protezione e che rendono il materiale lucido, pur lasciandolo visibile.

Luca Detti

Luca Detti è un appassionato falegname e artigiano del legno, la cui dedizione per il suo mestiere si manifesta in ogni progetto che intraprende. Luca apprezza profondamente la falegnameria e vede in ogni opportunità un momento per crescere e migliorare. La sua ambizione è quella di eccellere nel suo campo, e la sua sete di conoscenza ed esperienza lo spinge a ampliare costantemente le sue capacità.

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