Indice
La gamma normale di scalpelli e sgorbie per scolpire può comprendere 18 sezioni di tagliente, con una scelta fino a sei forme della lama, la maggior parte dei quali è prodotta con misure che variano da 2 mm sino a 50 mm. Gli attrezzi da scultore sono forniti con il tagliente arrotato ma non affilato. A differenza di scalpelli e sgorbie normali, in genere quelli per scolpire sono smussati sui due lati del tagliente per facilitare il taglio del legno secondo vari angoli. Gli scalpelli hanno smussi identici molati sui due lati, mentre sgorbie e attrezzi per troncare hanno smusso più largo all’esterno che all’interno. Pietre per affilatura e pietre sagomate di buona qualità sono essenziali per mantenere il filo di tali attrezzi. Per i principianti sono necessari solo pochi attrezzi di base.
Scalpelli e sgorbie per scolpire
Manici degli attrezzi per scolpire
Per i manici si usano legni duri quali frassino. faggio e bosso. Sono reperibili tondi con ghiera metallica e ottagonali senza ghiera. Le facce piane dei manici ottagonali impediscono ai piccoli attrezzi diritti di rotolare dal banco di lavoro.
Montaggio del manici
Quasi tutti gli attrezzi per scolpire sono forniti senza manico. e possono montare manici di serie o realizzati in proprio. Si trapana il foro di invito, sottile. al centro del manico. Si serra la lama nella morsa da fabbro, con le ganasce ricoperte. Si picchietta il manico inserendolo in parte sul codolo, quindi lo si rimuove girandolo. Si rimonta il manico e si prosegue allo stesso modo sino a portarlo a 6 mm circa dalle spalle della lama. Si controlla l’allineamento e lo si fissa in posizione.
FORME E MISURE
Abitualmente scalpelli e sgorbie sono indicati con nome e numero. In genere i nomi descrivono la forma della lama e del tagliente: sgorbia diritta o scalpello a cucchiaio, per esempio. Anche la sezione del tagliente, però, può variare. Cosi per superare lunghe descrizioni e per facilitare l’identificazione, nel XIX secolo é stato adottato il sistema di numeri che indicano la sezione del tagliente oltre alla forma della lama.
Scalpelli e sgorbie formano la maggioranza degli attrezzi per scolpire e la numerazione, sebbene possa variare leggermente da un produttore all’altro, in genere inizia con il modello a lama diritta degli attrezzi: così il n 1 è lo scalpello di base, il n 2 quello a tagliente obliquo, il n 3 la sgorbia poco profonda e di seguito sino al n 11, che è la sgorbia profonda. Più alto il numero. più profonda la curva, o “gola”, del tagliente. Tutte le gole sono archi di cerchio, tranne quella della sgorbia per venature (n 11), che ha i lati più verticali. La serie successiva di numeri (12-20) indica le stesse gole ma con lama curva; la serie ancora successiva (21-32) le stesse gole ma con lama a cucchiaio, e così di seguito indicando ogni numero il mutamento della sezione trasversale del tagliente combinato con la forma longitudinale della lama. Poiché tutti i numeri sono disponibili in una gamma di misure, al momento dell’ordine si deve specificare la larghezza del tagliente oltre al numero di identificazione.
Attrezzi per scolpire
La tabella mostra la vasta gamma di attrezzi disponibile. I quadrati rossi indicano le lame riportate nell’illustrazione della pagina.
ATTREZZI SPECIALIZZATI
Gli attrezzi di forme speciali si usano per facilitare l’esecuzione di forme complesse che richiedono forme speciali di taglio.
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MAZZUOLO E ASCE DA SCULTORE
Oltre alla gamma di scalpelli e sgorbie, per scolpire il legno si usano anche numerosi attrezzi da falegname, seghe a mano, pialle, vastringhe, raspe e lime comprese. Sono usati anche attrezzi e macchine elettriche quali trapano sega a nastro e sega a catena (quest’ultima per sbozzare il legname più grosso). Anche gli attrezzi specializzati illustrati sotto rientrano nella dotazione di base per scolpire.
Mazzuolo da scultore
Il mazzuolo è essenziale per piantare scalpelli e sgorbie nei tagli trasversali alle fibre e quando si lavorano legni duri o pezzi di grandi dimensioni.
Il mazzuolo da scultore ha testa rotonda, realizzata in massello o in laminato di faggio o di guaiaco, e manico tornito in faggio o in frassino. La testa rotonda permette di colpire lo scalpello praticamente da tutte le angolazioni.
I mazzuoli da scultore sono reperibili in una gamma di diametri da 75 mm fino a 150 mm e a volte sono indicati anche dal peso. Per la maggioranza dei lavori sono indicati mazzuoli di dimensione e peso medi.
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Asce da intaglio
Le asce da intaglio, o da scultore, sono la versione corta da impugnare con una mano sola delle asce a due mani da falegname. Sono reperibili nel tipo a scalpello e a sgorbia, e sono studiate per rimuovere rapidamente lo scarto durante la sbozzatura.
Il tipo a sgorbia è particolarmente utile per realizzare gli incavi nelle ciotole scolpite.
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AFFILATURA DEGLI ATTREZZI PER SCOLPIRE
I trucioli arricciolati e il suono del tagliente che affonda senza sforzo nel legno sono il risultato di attrezzi affilati come rasoi; quelli ottusi lavorano male, sono difficili da usare e producono risultati scadenti. Al primo segno che l’attrezzo si impunta o logora il legno, si affila leggermente. sia a mano sia con la mola, mantenendo il filo del tagliente.
Affilatura degli attrezzi nuovi
Gli attrezzi da scultore nuovi in genere sono torniti arrotati ma non affilati a rasoio. Si deve quindi essere pronti a dedicarvi un certo tempo, dato che sono da affilare sui due lati del tagliente e da maneggiare con cura per conservare la forma. Le pietre per affilatura necessarie sono descritte nel capitolo relativo agli attrezzi a mano.
Affilatura degli scalpelli
L’angolo di affilatura degli scalpelli da scultore. a differenza dei comuni scalpelli da falegname. è lo stesso dello smusso. Il punto in cui lo smusso incontra tutto lo spessore della lama è detto ‘tallone-. In genere è affilato in modo da produrre smussi arrotondati.
Si inizia con lo smusso piatto sulla pietra lubrificata e si tira lo scalpello all’indietro, abbassando allo stesso tempo il manico, poi si spinge avanti Io scalpello e si solleva il manico. Si lavora allo stesso modo sui due lati sino a quando lo smusso è uniforme e arrotondato e sul tagliente si forma un ricciolo metallico sottile.
Si rimuove il ricciolo e si completa l’affilatura a rasoio dello smusso passando l’attrezzo sulla correggia di cuoio lubrificata.
Affilatura degli attrezzi a V
Quando si affilano gli attrezzi a V, è importante che la punta formata dall’unione dei due smussi esterni sia prima arrotondata a seguire la forma interna.
Si affilano gli smussi sulla pietra come per lo scalpello, ma lavorando anche la “punta”. Si può eseguire sia sulla pietra da banco sia passando la pietra sagomata piatta avanti e indietro sull’angolo mentre si ruota la pietra stessa da un lato all’altro.
Lo smusso interno si affila con la pietra triangolare, usata come nell’affilatura delle sgorbie. L’affilatura a rasoio si completa passando gli smussi esterni e interni sulla correggia.
Affilatura delle sgorbie
Si tiene la sgorbia perpendicolare rispetto al lato della pietra, con lo smusso piano sulla superficie. Si passa avanti e indietro l’attrezzo sulla pietra mentre si lo si ruota da un bordo all’altro. Si deve fare attenzione a non invadere i bordi e a non girare sugli angoli. Se si imprime anche un movimento dondolante sollevando e abbassando il manico. il tallone dello smusso risulta affilato secondo la curva.
Lo smusso interno si affila con la pietra sagomata adatta, imprimendo alla pietra il movimento dondolante per renderlo arrotondato. Lo smusso interno è lungo da un quarto a un terzo di quella esterno. Si passa la correggia sullo smusso esterno con movimento dondolante e sullo smusso interno tirando la lama lungo il bordo della correggia ripiegata. Per le sgorbie larghe, si tiene la correggia su un bordo in modo da formare la curva appropriata.
ESSENZE PER SCULTURA
Per la realizzazione dei mobili il legname è trasformato in elementi regolari poi uniti a formare strutture tridimensionali. Nella scultura a tutto tondo, invece, si inizia con legname sovradimensionato che poi è rimosso gradualmente sino a rivelare la forma voluta. Teoricamente tutte le essenze possono essere utilizzate per scolpire: dipende tutto dalle dimensioni, dal tipo di opera e dalla disponibilità e facilità di lavorazione. Il legname per scultura non deve essere necessariamente nuovo o ‘preparato”. Legname di seconda mano recuperato dall’edilizia, da mobili scartati e alla deriva sulla spiaggia tutto è adatto e offre ispirazione alla creatività dello scultore. Chi scolpisce il legno forse più di chiunque altro lo lavori tende a tesaurizzarne pezzi di tutti i tipi, perché con l’occhio della mente vede in ognuno la forma nascosta che aspetta di essere rivelata.
Come regola generale le essenze a grana fine e fibre diritte, quali tiglio e jetulong, sono più facili da lavorare di quelle a fibre intrecciate o irregolari. In genere i legni duri, per la loro grana compatta, sono preferibili ai legni dolci: questa infatti li rende più facili da lavorare, specie trasversalmente alle fibre, senza fessurazioni. Alcuni legni dolci con differenza sensibile di durezza tra legno di primavera e d’autunno, quale l’abete di Douglas, possono essere difficili da tagliare nettamente trasversalmente alle fibre.
Colore e venatura del legno contribuiscono entrambe alla qualità della scultura. Sono da scegliere legni in sintonia con il soggetto dell’opera. Per esempio si usano legni chiari, quale il tiglio, per l’orso bianco e legni scuri, quale il teak, per l’orso bruno.
Le fibre del legno possono essere sfruttate con profitto, ma possono anche rovinare l’opera. I legni striati con venatura accentuata, per esempio, appaiono efficaci sulle forme a superficie liscia in cui le linee enfatizzano il contorno delle sagome, ma quando utilizzati nei ritratti le linee evidenti deturpano i lineamenti.
Non tutte le sculture sono previste con finitura naturale. Quando si prevede di verniciare la superficie, si può impiegare legno meno costoso o meno attraente ma più facile da lavorare.
Utilizzo di legno stagionato o verde
Il legno verde, o appena tagliato, durante l’essiccazione si ritira, dato che contiene umidità in alta percentuale; i ceppi e i pezzi di grandi dimensioni si ritirano irregolarmente. Di conseguenza il legno si fessura. Quando possibile si usa legno ben stagionato, che garantisce che l’opera non sia rovinata da crepe. Non è sempre facile, però, reperire legno stagionato per opere di grandi dimensioni.
Se si sono acquistati ceppi di alberi abbattuti da.poco, se ne facilita la stagionatura più uniforme tagliandoli grossolanamente in due o in quattro, secondo le dimensioni.
E’ possibile usare legname verde non stagionato invece di aspettare anni per la stagionatura, ma si corre il rischio che l’opera finita si fenda, poiché il legno continua a essiccare. Le forme simmetriche e sottili sono meno soggette a fessurarsi. Le sculture spesse devono essere vuotate, lasciando pareti relativamente sottili che essiccano in modo uniforme. In alternativa si tratta il legno con glicol polietilenico (a destra). Per evitare la fessurazione. il legno verde si lavora sempre rapidamente e quando non è in lavorazione lo si tiene coperto con sacchi di plastica sigillati.
Luca Detti
Luca Detti è un appassionato falegname e artigiano del legno, la cui dedizione per il suo mestiere si manifesta in ogni progetto che intraprende. Luca apprezza profondamente la falegnameria e vede in ogni opportunità un momento per crescere e migliorare. La sua ambizione è quella di eccellere nel suo campo, e la sua sete di conoscenza ed esperienza lo spinge a ampliare costantemente le sue capacità.